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Long Covid sintomi, quali fattori aumentano il rischio degli effetti a lungo termine: lo studio svizzero

Che cos'è il Long Covid, qual è il significato del termine e qual è la percentuale di persone che ne sperimenta gli effetti. Cosa sappiamo

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Sono oltre dieci milioni gli italiani che hanno sperimentato il Covid, a poco meno di due anni dai primi casi di infezione riscontrati nel nostro Paese. Va da sé che si parli sempre più spesso di Long Covid. Cos’è? Quali sono i sintomi? Sono risposte che alcuni studi, attualmente in corso, stanno cercando di dare, analizzando un fenomeno in effetti relativamente nuovo.

Di recente è arrivata dalla Svizzera una ricerca su quali elementi dovrebbero far suonare un campanello di allarme, essendo questi ultimi fattori che aggravano il rischio di contrarre il Long Covid.

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L’agenzia inglese NICE, ha distinto tra un’infezione da Covid con sintomi presenti e persistenti dalle 4 alle 12 settimane, e una cosiddetta sindrome del Long Covid, i cui sintomi si estendono oltre le 12 settimane.

La linea di demarcazione per gli studiosi inglesi va tracciata quindi dopo i 3 mesi e i sintomi sono riconducibili, ad esempio, a un danno a un organo: si tratta di problemi trombotici o neurologici o difficoltà respiratoria. I sintomi in questo caso possono essere oggettivati tramite esami di laboratorio.

Ricadono nell’ambito del Long Covid anche stanchezza, perdita di massa muscolare o difficoltà a deglutire, tipici di chi ha sperimentato la malattia nella fase più acuta.

Una coda in farmacia per i tamponi.

Mancanza di forze, disturbi nel ritmo sonno-veglia, difficoltà di concentrazione, cefalea, dolori muscolari o persistenti disturbi dell’olfatto, la cui comparsa può anche essere intermittente nel tempo, riguardano invece anche chi ha sperimentato la malattia in forma lieve. Quest’ultima categoria di sintomi è molto difficile da oggettivare.

Long Covid sintomi, chi ha maggiori possibilità di svilupparli, secondo uno studio svizzero

A fare chiarezza su ulteriore chiarezza è arrivata la una ricerca di alcuni scienziati dell’Università di Zurigo, in Svizzera. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, ha preso in considerazione un gruppo di 215 individui, 175 dei quali erano risultati positivi al Covid.

Gli esperti hanno quindi concluso che ad aggravare i rischi del Long Covid sono stati gli episodi di asma e alcuni altri sintomi specifici durante il periodo di infezione, come febbre, affaticamento, tosse e una specifica “firma immunitaria” (immunoglobuline M – IgM e immunoglobuline G3 – IgG3). A questi aspetti se ne aggiunge un altro riguardante l’età avanzata.

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A riportare i sintomi del Long Covid è 1 persona su 3, quindi il 33% circa degli infetti.

Fonte foto: ANSA
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