NOTIZIE
STORIE

Lo sfogo di un'insegnante dopo lo studente morto a Messina: "Dimentichiamo cosa è davvero importante"

Dopo il suicidio di uno studente di Messina una docente ha sfogato il proprio dolore su Facebook con autocritiche a istituzione scolastica e corpo docente

Pubblicato:

Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

La città di Messina è ancora scossa per la morte di un ragazzo di quasi 16 anni dell’istituto agrario Cuppari. Il giovane si è tolto la vita. Una docente ha pubblicato su Facebook un commosso sfogo in sua memoria. Nella lunga lettera una critica al sistema scolastico troppo spesso burocratizzato e distante dalle necessità dei giovani. Ma anche l’assicurazione che gli insegnanti sono e saranno sempre al fianco dei ragazzi.

Insegnante si sfoga dopo la morte di un ragazzo

“Un nostro studente è morto, si è suicidato. La notizia improvvisa e inaspettata ci sconvolge tutti. Per i corridoi della scuola, nelle aule studenti e docenti condividono domande e dolore: perché?”, si chiede la docente.

“Perché un ragazzo di 16 anni se ne va? Docenti, personale Ata, dirigenti si chiedono altro: ti abbiamo aiutato? Ti siamo stati vicini e utili? Ciascuno con echi diversi riflette”.

“La mia riflessione: ti ho salutato per i corridoi, ti ho chiesto come stavi? – si chiede l’insegnante – E la scuola? Le scuole, tutte, vivono e lavorano con i loro ragazzi, crescono ogni giorno con loro”.

Accompagnare i giovani lungo il loro percorso

L’insegnante aggiunge un auspicio in merito al proprio ruolo: accompagnare i ragazzi e le ragazze dal primo all’ultimo giorno del loro corso di studi e “vederli incominciare le loro strade esistenziali con sicurezza, serenità e amore per la vita col bagaglio emotivo e di conoscenze che abbiamo contribuito a costruire”.

Poi un’autocritica in merito al ruolo del corpo docente: “siamo in prima linea, a volte siamo insufficienti e incapaci“.

Una critica anche all’impostazione della scuola e alle risorse: “scarse quelle pertinenti, tante quelle altre e per nulla pertinenti”.

La docente traccia la rotta: prima critica l’eccesso di “sistemi di monitoraggio” come “Invalsi, Pcto, orientamento in entrata, in uscita e di ogni santo del paradiso, Pon burocratici e ottusi, seminari per ogni scemenza”;

poi spiega cosa sarebbe veramente di aiuto: “più personale, più edifici, più supporto psicologico, laboratori stabili di attività socializzanti e creative”.

Docenti sempre presenti per gli studenti

Una “scuola come una fabbrica che crea produttori e consumatori di basso profilo non aiuta” i docenti.

Sul finire una domanda rivolta al corpo insegnante: “siamo stati sufficienti, utili? Potevamo fare di più?”

La lettera si chiude con un’assicurazione: che i docenti, seppur “insufficienti, inutili, inani” ci saranno sempre per i ragazzi.

Fonte foto: 123RF

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963