L'ira di Gassmann per l'orso da abbattere in Trentino: "Vergogna"
Continua a tenere banco la vicenda dell'orso del Trentino che ha aggredito padre e figlio e che rischia di essere abbattuto. La rabbia dell'attore, l'impegno del ministro Costa
Non si placano le polemiche riguardo l’ordinanza firmata dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, per l’abbattimento dell’orso che ha aggredito il 22 giugno scorso padre e figlio in zona Fontana Maora. E mentre il ministro Costa medita di impugnare l’ordinanza, Alessandro Gassmann si scaglia con la decisione: “Vergognatevi!” ricevendo la risposta e l’impegno proprio del titolare del dicastero dell’ambiente.
Nelle ultime ore animalisti e non solo stanno conducendo una battaglia per evitare che l’orso che ha aggredito padre e figlio, di 28 e 59 anni, in zona Fontana Maora, a 1.700 metri di quota, tra il laghetto di Verdè e il rifugio di Monte Peller venga abbattuto.
Al coro di sdegno per la decisione del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. Tra questi l’attore Alessandro Gassmann che su Twitter ha sfogato la sua ira per la notizia: “Noi siamo circa 60.000.000, gli orsi in Trentino circa 80, gli abbiamo invaso ogni spazio, depredato, cementificato, disboscato, sversato, bruciato, e ora ne abbattete uno con prole perché sostenete sia pericoloso? Siete degli incapaci e dovete vergognarvi“.
A rispondere al figlio del grande Vittorio è stato, tra gli altri, proprio il ministro dell’ambiente Sergio Costa: “Ciao Alessandro. Concordo con te. Farò tutto quello che è nelle mie possibilità per fermarli e salvare questo orso. Se fosse stata un’orsa che difendeva i propri piccoli? Qualsiasi mamma lo avrebbe fatto. Rispettiamoci tutti, esseri umani e animali”.
Gassmann ha così risposto: “Grazie Ministro. Davvero l’incapacità amministrativa,non può prevalere sulla salvaguardia del patrimonio faunistico, su specie rare e delicate come gli orsi. Ne vale la tutela dell’ecosistema di cui facciamo parte,ed al quale facciamo danni che resteranno alle future generazioni”.