Le borseggiatrici della metro sfuggono al carcere: perché quando vengono fermate poi sono subito liberate
Le borseggiatrici delle metro sfuggono al carcere anche quando vengono fermate: quanto c'entra la riforma Cartabia
Allarme borseggiatrici. I casi di furti in metropolitana si moltiplicano nelle città italiane. Spesso capita che le donne responsabili di questi reati vengano fermate ma evitino il carcere, tornando subito in libertà. La riforma Cartabia però, criticata proprio per una norma che riguarda i furti, in questo caso non c’entra.
- Furti in metro, perché le borseggiatrici vengono liberate
- Il caso di Milano: niente donne incinte a San Vittore
- Cosa dice la riforma Cartabia
Furti in metro, perché le borseggiatrici vengono liberate
Negli ultimi giorni si è tornati a parlare dei furti nelle metropolitane delle grandi città italiane. Il motivo è una polemica nata attorno ai video legati agli scippi, che poi finiscono su Internet.
La consigliera comunale di Milano Monica Romano del Ps ha chiesto in un post sui social di fermare questa pratica, lesiva della privacy di tutte le persone coinvolte.
Un’altra polemica però si è sollevata attorno ai borseggi, in particolare a quelli eseguiti dalle donne incinte o madri di bambini molto piccole.
Queste, anche se fermate dalle autorità, vengono spesso rilasciate immediatamente, senza passare dal carcere. Il motivo è l’articolo 146 del codice penale sul differimento della pena.
Questa norma prevede che le persone in particolari condizioni fisiche, come le donne incinte o madri di neonati, non possano essere incarcerate a meno che non siano colte in flagrante e siano a rischio di recidiva.
Il caso di Milano: niente donne incinte a San Vittore
Il caso diventa molto evidente a Milano, come riportato sul sito del quotidiano ‘Il Giornale’, tramite le dichiarazioni del garante dei detenuti Francesco Maisto.
Il carcere di San Vittore, il più grande del capoluogo lombardo, si era trovato ad ospitare fino a cinque donne incinte responsabili di borseggio. Maisto riporta però che la struttura non è adeguata e non può garantire l’assistenza ostetrica alle detenute 24 ore su 24.
Anche per questa ragione l’ex procuratore capo di Milano, Francesco Greco, aveva bloccato l’accesso al carcere a tutte le donne incinte, anche se colte in flagrante. La circolare è ora stata revocata dal nuovo procuratore capo, ma la situazione nella casa circondariale non è cambiata.
Cosa dice la riforma Cartabia
Il borseggio era entrato anche in un’altra polemica, quella legata alla riforma Cartabia della giustizia.
Per snellire il sistema giudiziario italiano questa legge modificava la ragione per cui le autorità erano tenute a procedere contro alcuni reati, tra cui i furti.
Si passava da una procedura d’ufficio, che obbligava le forze dell’ordine a perseguire il reato sempre, ad una per querela, che richiede una denuncia.
Per i critici questa norma rende più difficile fermare i borseggiatori. I sostenitori della riforma ribattono sottolineando che proprio i furti sono tra i reati più denunciati.