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Studente de L'Aquila scrive lettera a Mattarella: la richiesta

Il presidente della Repubblica domani a L'Aquila. La richiesta di Tommaso, rappresentante degli studenti del liceo Cotugno

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Oggi, lunedì 16 settembre, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella visiterà L’Aquila insieme al ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti per una cerimonia nazionale di inaugurazione dell’anno scolastico 2019/2020. Dopo le recenti polemiche per un festival, la città torna al centro dell’attenzione per una lettera scritta da Tommaso Cotellessa, 18 anni, rappresentante degli studenti del liceo Cotugno, che ha deciso di anticipare l’arrivo del capo dello Stato con un appello alle istituzioni.

Giorni fa ha scritto una lettera a Mattarella, e ai microfoni di ANSA ha deciso di spiegare il perché visitando lo scheletro della scuola media statale Mazzini. “Le scuole sono il luogo del futuro. Quando c’è un terremoto – afferma Tommaso – non si dovrebbero chiudere le scuole. Si dovrebbe dire: tutti i cittadini vadano nelle scuole perché sono sicure“.

Cosa dice la lettera di Tommaso a Mattarella

La lettera inizia con il racconto del terremoto avvenuto nel 2009 a L’Aquila: “Dieci anni fa avevo otto anni e frequentavo la seconda elementare. Dopo quel 6 aprile la mia famiglia, come molte altre, è stata costretta a trasferirsi sulla costa per otto mesi. In questo periodo ho vissuto la condizione del ‘sopravvissuto’. Ho assaporato la bellezza della solidarietà ma anche gli sguardi di quelli per cui ero ‘il terremotato’. Nel frattempo molti dei miei compagni di classe facevano scuola nelle tendopoli, oppure alloggiavano negli alberghi. Questo ha provocato un vero e proprio terremoto sociale mettendo a repentaglio i rapporti interpersonali di ognuno di noi“.

Tommaso poi racconta le difficoltà che vive a scuola e spiega: “La mia scuola è divisa in quattro sedi poiché non possiamo rientrare nel nostro edificio“. E continua: “Inoltre in onore del decennale sarebbe stato normale che lei fosse venuto ad inaugurare l’anno scolastico in una scuola ricostruita, sarebbe stato il vero segno di rinascita e cambiamento, invece viene in una scuola che a dieci anni dal sisma è ancora in una struttura provvisoria”.

La lettera si conclude con una richiesta al Presidente della Repubblica: “In questo lungo periodo di precarietà che abbiamo vissuto, e continuiamo a vivere, ci siamo spesso sentiti abbandonati e traditi dalle istituzioni, ma non abbiamo perso il loro senso e l’appartenenza al nostro territorio. Sono certo che comprenderà, come massima espressione delle Stato, la necessità di esprimere la Sua vicinanza a quanti, come me, hanno avuto questo travagliato percorso scolastico. Sarebbe auspicabile, se possibile, esprimere tale vicinanza attraverso la semplicità di un Suo incontro anche con una rappresentanza degli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori”.

Fonte foto: ANSA

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