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La melatonina per curare l'insonnia: quando serve davvero e quando no, la spiegazione del neurologo Innocenti

Sui social si discute dei benefici della melatonina, ipotizzando che possa anche dare dipendenza. Gli studi sono contrastanti, il parere del neurologo

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Eleonora Lorusso

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2001, ha esperienze in radio, tv, giornali e periodici nazionali. Conduce l’annuale Festival internazionale della Geopolitica europea. Su Virgilio Notizie si occupa di approfondimenti e interviste, in particolare su Salute, Esteri e Politica.

C’è chi la ritiene la panacea contro l’insonnia e, in generale, i disturbi del sonno. Chi, invece, arriva quasi a demonizzarla, ipotizzando che non solo non aiuti a dormire meglio, ma che possa anche dare dipendenza. La protagonista è la melatonina, e sui social – in particolare su TikTok, dove ci sono molti hashtag (a partire da #melatoninaddict, che ha totalizzato oltre un milione di visualizzazioni) – se ne parla da tempo.

Anche su Reddit il tema è caldo: sulla piattaforma, che ospita domande di ogni tipo, c’è chi chiede consigli su come smettere di assumere l’integratore.

In effetti i disturbi del sonno sono aumentati, complice il Covid, con ansie cresciute a causa dell’emergenza sanitaria. Secondo la Società italiana di neuropsicofarmacologia (Sinpf), i disturbi dell’ansia e del sonno sono cresciuti del 30%, tanto che c’è chi parla di ‘pandemia emozionale‘. Ma la melatonina può essere utile per contrastarli? Può veramente creare dipendenza o effetto placebo? A fare chiarezza ai microfoni di Virgilio Notizie è il neurologo Pierluigi Innocenti, presidente dell’Associazione scientifica italiana per la ricerca e l’educazione nella medicina del sonno (Assirem).

La melatonina è un ormone prodotto dal nostro organismo, ma può anche essere assunta per regolarizzare il sonno: come e quanto funziona?

“La melatonina è un prodotto sicuro, studiato da tempo e che nel corso degli anni è stato molto apprezzato in caso di disturbi del sonno. Si tratta di un ormone prodotto in modo naturalmente dall’organismo. Ma va chiarito che non è un ipnoinduttore, cioè non è un rimedio specifico contro l’insonnia in senso stretto”.

Quindi non si tratta di un ‘farmaco’ specifico contro l’insonnia. Secondo alcuni esperti, chi la assume potrebbe avere difficoltà a dormire senza, soprattutto a causa dell’ansia di non riuscire a farne a meno. Può dare dipendenza?

“No, la melatonina non dà dipendenza e di per sé non fa male. Piuttosto, a non funzionare è l’uso scorretto che spesso se ne fa, sia per quantità che per modalità, perché considerandola una sostanza naturale, in molti pensano di poterne assumere per combattere l’insonnia. Ma tutte le società scientifiche, sia negli Stati Uniti che in Europa, non la prevedono nelle linee guida con queste indicazioni. Si tratta, infatti, di un regolatore dei ritmi di sonno-veglia, quindi può aiutare solo in certi casi come per il jet-lag – chiarisce l’esperto -. Se, quindi, si cambiano molti fusi orari, la melatonina aiuta a recuperare la ritmicità adeguata di alternanza giorno-notte».

Quali sono le indicazioni i farmaci veri e propri per chi soffre di insonnia? E chi li prescrive?

“Bisogna partire dal presupposto che l’insonnia e i disturbi del sonno in generale, se non sono legati temporaneamente al jet-lag, hanno solitamente ben altra natura, quindi bisogna intervenire soprattutto con una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale. Sarebbe bene, infatti, cambiare lo stile di vita, le abitudini e i comportamenti durante il giorno, imparare a gestire un eventuale risveglio notturno o agire sulle cause psicologiche che spesso provocano lo stato di agitazione che non permette di dormire bene – chiarisce Innocenti -. Il ricorso a eventuali farmaci, infatti, deve essere valutato dallo specialista in modo individuale e generalmente la terapia farmacologica serve come supporto temporaneo, per allenare lo stato di ansia e preoccupazione legato alle difficoltà del sonno. Insomma, non esiste un prodotto terapeutico come per esempio nel caso della polmonite”.

Le cause più diffuse dell’insonnia

Quali sono i consigli per chi ha disturbi del sonno e che hanno una certa efficacia per tutti?

Il primo è di non pretendere di decidere di dormire – spiega il neurologo-. Io ripeto sempre una frase ai miei pazienti che dicono di voler dormire e dovere dormire: ‘Il sonno non si pensa, non si pretende, non si compra, va solo rispettato, sarà lui a prenderti’. Significa che bisogna abbandonare l’atteggiamento attivo, quello appunto di decide di fare una cosa, ma lasciarsi andare in modo più passivo. Occorre poi evitare comportamenti e pensieri che lo ostacolano”, come per esempio stare al cellulare prima di andare a letto, esposti alla luce blu e a stimoli che non conciliano un sonno riposante. Abbassare le luci, inoltre, permette di creare un’atmosfera più buia che consente la naturale produzione di melatonina, che induce sonnolenza. Anche il rispetto degli orari di sonno-veglia, weekend compresi, aiuta. Così come la scelta dell’orario dell’eventuale attività sportiva, che andrebbe evitata a ridosso del momento di coricarsi. Una riduzione della caffeina e dell’alcol, a favore invece alla camomilla, di una tisana e magari di un bagno caldo, possono aiutare a evitare l’insonnia”.

Fonte foto: 123RF

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