La famiglia di Liliana Resinovich non crede al suicidio. L'avvocato Gentile: "Troppi aspetti mai approfonditi"
Durante il programma Chi l'ha visto, ha parlato l'avvocato Nicodemo Gentile. La famiglia non crede al suicidio: tanti aspetti ancora da approfondire
La famiglia di Liliana Resinovich non accetta l’archiviazione, continuando a pensare che la ragazza non si sia affatto suicidata. Troppi sono i dubbi, i vuoti e gli elementi mai approfonditi. Così i familiari della ragazza scomparsa ribadiscono la necessità di proseguire le indagini, per ottenere finalmente quelle risposte che al momento sono ancora nell’ombra.
- A Chi l'ha visto l'avvocato Nicodemo Gentile
- Cosa ha detto l'avvocato
- Le incongruenze sulla scena del crimine
- I familiari contro l'archiviazione
- La ricostruzione
A Chi l’ha visto l’avvocato Nicodemo Gentile
La posizione della famiglia e degli amici di Liliana Resinovich è stata confermata durante la trasmissione “Chi l’ha visto?” in onda mercoledì 7 giugno.
Durante la puntata, è intervenuto l’avvocato e presidente dell’Associazione Penelope, Nicodemo Gentile. Il legale ha ricordato di aver presentato una richiesta al giudice affinché si proceda con ulteriori indagini sul caso della tragica morte della donna.
Cosa ha detto l’avvocato
“Non stiamo chiedendo condanne, ma piuttosto che si prosegua con le indagini nell’interesse di tutti”, ha spiegato Gentile, sottolineando come tanti siano i punti mai approfonditi della vicenda.
“Tra le varie cose abbiamo anche indicato degli account di posta elettronica che sono stati ritrovati, ma mai ispezionati. Una posta elettronica può contenere di tutto. Sono sicuramente elementi non secondari da approfondire” ha evidenziato il legale.
Le incongruenze sulla scena del crimine
Gentile ha avuto modo di puntualizzare, inoltre, sui tanti aspetti poco chiari o quantomeno sospetti nella vicenda di Liliana Resinovich, durante il suo intervento.
In particolare, l’avvocato ha parlato dell’ordine assoluto sulla scena del crimine, e le tumefazioni presenti sul volto di Liliana. Infine, secondo Gentile ci sarebbero anche delle incongruenze riguardo alla data del decesso.
I familiari contro l’archiviazione
I tre familiari lesi, il fratello Sergio, la nipote Veronica e il marito, si oppongono all’archiviazione per suicidio. Ognuno di loro, dalla propria prospettiva, chiede di continuare le indagini per scoprire la verità.
“Spero che i magistrati portino avanti le indagini per scoprire cosa sia successo a mia sorella, una donna tranquilla e ormai in pensione”, ha dichiarato il fratello Sergio. “Trovo inverosimile il suicidio, soprattutto perché non ci ha lasciato alcun messaggio”, ha affermato la nipote amata.
La ricostruzione
In base alle indagini svolte fino a ora, Liliana avrebbe compiuto il gesto estremo del suicidio senza lasciare alcun messaggio e senza una motivazione plausibile. Il suicidio è stata quindi l’unica ipotesi presa in considerazione.
Liliana è deceduta almeno due o tre giorni prima del ritrovamento del suo cadavere e molti dubbi emergono riguardo alla certezza dell’atto volontario. Ad esempio, sulle borse nere che avvolgevano il corpo di Liliana non sono state rilevate le sue impronte digitali.
Dopo l’udienza preliminare attivata lunedì 5 giugno, è slittata la decisione del Gip sull’eventualità di archiviare il caso. Per sapere se sarà messo un punto sulla vicenda di Liliana Resinovich, o se le indagini proseguiranno, bisognerà attendere ancora.