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La Bce aumenta ancora i tassi d'interesse: le conseguenze su inflazione e mutui, quando è atteso il picco

La Banca centrale europea alza ancora i tassi di interesse per abbattere l'inflazione. Il risultato previsto è un aumento delle rate di prestiti e mutui

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

La Bce continua ad alzare i tassi d’interesse: l’ultimo aumento di un quarto di punto percentuale ha spinto il tasso sui rifinanziamenti principali al 4,25%, quello sui depositi al 3,75% e quello sui prestiti marginali al 4,50%.

La Bce alza ancora i tassi: cosa significa

Con una nota, la Banca centrale europea guidata da Christine Lagarde ha spiegato le ragioni del nono rialzo dei tassi.

“Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi siano a livello sufficientemente restrittivo per tutto il tempo necessario in modo da raggiungere il target di inflazione al 2%”.

Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea.

“Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare il livello appropriato dei tassi e la durata della restrizione monetaria”, prosegue la Bce.

Quest’ultimo ritocchino all’insù era nell’aria, dopo i rialzi dello scorso giugno.

Quando i tassi salgono aumenta il costo del denaro e di conseguenza le rate di mutui e prestiti diventano più costosi.

I più esposti sono i mutui a tasso variabile, le cui rate dipendono dall’andamento del mercato monetario.

Ciò si traduce in una flessione degli acquisti a rate e in una diminuzione delle richieste di prestiti, sia per le persone fisiche che per le aziende.

Aumento dei tassi Bce e inflazione

La ratio alla base dell’innalzamento dei tassi è frenare la corsa dell’inflazione. “L’inflazione continua a scendere, ma ci aspettiamo che resti ancora troppo alta per troppo tempo”, prosegue la Bce.

Traduzione: se non l’inflazione non tornerà ad aggirarsi attorno all’obiettivo del 2% nel medio termine, potrebbero esserci altri rialzi nei tassi.

Quanto aumentano i mutui a tasso variabile nel 2023

Il portale MutuiOnline ha fatto alcune simulazioni per spiegare l’impatto dei rialzi sui mutui a tasso variabile:

  • un mutuo a 20 anni da 160 mila euro, che a gennaio 2022 aveva una rata da 694 euro e che oggi ha una rata da 961 euro, arriverà a costare 982 euro con un rialzo complessivo del +41,6%;
  • un mutuo a 30 anni da 160 mila euro, che a gennaio 2022 aveva una rata da 472 euro e che oggi ha una rata da 778 euro, arriverà a costare 801 euro con un rialzo complessivo del +69,9%.

Come riporta Milano Finanza, il picco secondo i futures sugli Euribor potrebbe arrivare a dicembre 2023.

Fonte foto: ANSA

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