La Bce aumenta ancora i tassi d'interesse: le conseguenze su inflazione e mutui, quando è atteso il picco
La Banca centrale europea alza ancora i tassi di interesse per abbattere l'inflazione. Il risultato previsto è un aumento delle rate di prestiti e mutui
La Bce continua ad alzare i tassi d’interesse: l’ultimo aumento di un quarto di punto percentuale ha spinto il tasso sui rifinanziamenti principali al 4,25%, quello sui depositi al 3,75% e quello sui prestiti marginali al 4,50%.
- La Bce alza ancora i tassi: cosa significa
- Aumento dei tassi Bce e inflazione
- Quanto aumentano i mutui a tasso variabile nel 2023
La Bce alza ancora i tassi: cosa significa
Con una nota, la Banca centrale europea guidata da Christine Lagarde ha spiegato le ragioni del nono rialzo dei tassi.
“Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi siano a livello sufficientemente restrittivo per tutto il tempo necessario in modo da raggiungere il target di inflazione al 2%”.
“Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare il livello appropriato dei tassi e la durata della restrizione monetaria”, prosegue la Bce.
Quest’ultimo ritocchino all’insù era nell’aria, dopo i rialzi dello scorso giugno.
Quando i tassi salgono aumenta il costo del denaro e di conseguenza le rate di mutui e prestiti diventano più costosi.
I più esposti sono i mutui a tasso variabile, le cui rate dipendono dall’andamento del mercato monetario.
Ciò si traduce in una flessione degli acquisti a rate e in una diminuzione delle richieste di prestiti, sia per le persone fisiche che per le aziende.
Aumento dei tassi Bce e inflazione
La ratio alla base dell’innalzamento dei tassi è frenare la corsa dell’inflazione. “L’inflazione continua a scendere, ma ci aspettiamo che resti ancora troppo alta per troppo tempo”, prosegue la Bce.
Traduzione: se non l’inflazione non tornerà ad aggirarsi attorno all’obiettivo del 2% nel medio termine, potrebbero esserci altri rialzi nei tassi.
Quanto aumentano i mutui a tasso variabile nel 2023
Il portale MutuiOnline ha fatto alcune simulazioni per spiegare l’impatto dei rialzi sui mutui a tasso variabile:
- un mutuo a 20 anni da 160 mila euro, che a gennaio 2022 aveva una rata da 694 euro e che oggi ha una rata da 961 euro, arriverà a costare 982 euro con un rialzo complessivo del +41,6%;
- un mutuo a 30 anni da 160 mila euro, che a gennaio 2022 aveva una rata da 472 euro e che oggi ha una rata da 778 euro, arriverà a costare 801 euro con un rialzo complessivo del +69,9%.
Come riporta Milano Finanza, il picco secondo i futures sugli Euribor potrebbe arrivare a dicembre 2023.