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L'omicidio Katy Skerl ancora senza un colpevole: dal ritrovamento all'interrogatorio del fidanzato

Dopo 40 anni l'omicidio di Katy Skerl è ancora senza colpevole. Tutta la storia, dalla pista del serial killer ai neofascisti fino al fidanzato

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

Sono passati 40 anni e come tanti cold case italiani, l’omicidio di Katy Skerl è ancora senza un colpevole: proprio per questo nell’aprile 2023 gli inquirenti hanno interrogato Francesco Morini, che nei giorni della tragedia era il fidanzato della 17enne. Chi uccise la giovane studentessa piena di passione per la politica? Per ricostruire la sua storia dobbiamo ritornare a quel maledetto 21 gennaio 1984, quando un feroce assassino decise che la vita di Catherine Skerl doveva finire.

L’omicidio di Katy Skerl

Si chiama Catherine, ma tutti la chiamano ‘Ketty’, ‘Katy’ o ‘Katty’. Un’abbreviazione pregna d’affetto che oggi è riportata su quella tomba al cimitero monumentale del Verano. ‘Katty Skerl’, recitano quelle generalità in ottone affisse accanto a quella foto che ci mostra quella giovanissima intenta a sollevare un pugno sul quale sono stati apposti dei fiori, con l’espressione di chi sta gridando qualcosa di liberatorio, di bello.

La storia di Katy Skerl inizia con della musica di sottofondo e tante persone. È il 21 gennaio 1984 e in un appartamento di Largo Cartesio, a Roma, c’è una festa di compleanno.

Dal 21 gennaio 1984 l’omicidio di Katy Skerl è senza un colpevole. La 17enne fu uccisa in un campo a Grottaferrata in piena notte

L’indomani Katy dovrà andare sul monte Terminillo, nel Reatino, insieme all’amica Angela. Le due si sono date appuntamento alla fermata della Metro A Lucio Sestio. Katy passerà la notte dall’amica e per questo ha con sé un borsone con un cambio.

Alle 18:30 Katy Skerl saluta gli amici della festa ed esce da quell’appartamento di Largo Cartesio. Da quel momento la 17enne viene inghiottita nel nulla.

Angela è in ritardo, arriva a Lucio Sestio alle 18:45 ma non trova la sua amica Catherine. La giovane probabilmente conosce i tempi biblici delle coincidenze dei mezzi della Capitale, che molto spesso non consentono di programmare un arrivo né di essere puntuali. Angela attende, ma si fanno le 20:30 e Catherine non arriva.

Per questo telefona a casa Skerl, in via Isidoro del Lungo a Monte Sacro. Dall’altra parte del telefono c’è il fratello Alexander Skerl. Il padre si è trasferito da tempo negli Stati Uniti, la madre non è in casa. “È andata a una festa”, dice Alexander. Altro non sa. Dov’è Catherine?

La risposta arriva alle 9:30 dell’indomani, 22 gennaio 1984. Il cadavere di Katy Skerl viene rinvenuto a Grottaferrata, in via Rocca di Papa, da un contadino di nome Angelo Urbanelli. Il corpo giace con il volto schiacciato sul fango, nei pressi di un vigneto.

L’assassino ha strangolato Katy Skerl con un filo di ferro arrugginito e con una cinghia del borsone della ragazza. Poi ha premuto con un ginocchio sul suo corpo, esercitando una compressione talmente forte da spaccare la cassa toracica.

Le indagini: dal serial killer ai neofascisti

Chi ha voluto la morte di Katy Skerl probabilmente conosce quei luoghi e ha fatto sì che la ragazza lo seguisse sulla fiducia. Quei luoghi, infatti, sono raggiungibili solamente con un’auto e Catherine, appena 17enne, non ha la patente né un’auto.

Chi ha ucciso Katy Skerl? Gli inquirenti seguiranno varie piste. Una di queste è quella del serial killer Maurizio Giugliano, noto alle cronache come ‘il lupo dell’Agro Romano‘ operativo con i suoi crimini dal luglio 1983 al gennaio 1984. I tempi coincidono, ma non le prove: Giugliano non ha ucciso Katy Skerl.

Katy Skerl, come già detto, è un’attivista. Tesserata dalla FGCI, la Federazione Giovanile Comunista Italiana, non manca certamente alle manifestazioni e muove la sua passione politica anche nel suo diario personale, dove arriva a scrivere: “La rivoluzione è donna”.

L’84 risente ancora dello strascico degli anni di piombo e l’attivismo politico è ancora presente, specialmente nelle grandi città italiane. Specialmente nella Capitale.

Per questo viene battuta la pista della lotta tra “rossi” (comunisti) e “neri” (fascisti), e soprattutto questi ultimi si sarebbero resi responsabili di un messaggio minatorio compilato proprio sotto casa della 17enne pochi mesi prima della tragedia.

Uccideremo Katty Skerl“, è la scritta impressa con il gesso sull’asfalto di via Isidoro del Lungo. Alcune persone sentite dagli inquirenti suggeriranno il nome del gruppo ‘Il Panico‘, operativo negli ambienti neofascisti con sede nel quartiere Trieste e noto per lo spirito rissoso, provocatorio e pericolosamente attaccabrighe.

L’interrogatorio del fidanzato: la telefonata inquietante

Nel 2023 Francesco Morini, che all’epoca dei fatti era il fidanzato di Katy Skerl, viene nuovamente sentito dagli inquirenti. La loro storia era iniziata da appena 21 giorni e si interruppe con la tragedia.

Il 21 gennaio 1984, tuttavia, in casa Morini arriva una telefonata in piena notte alla quale risponde sua madre. È quasi l’1 e dall’altra parte del filo c’è una ragazza che grida “aiuto” per tre volte. Un orario che probabilmente non coincide con la morte di Katy Skerl, che secondo gli inquirenti è stata uccisa non più tardi delle 23.

Nessun sospetto su Morini, ovviamente: gli inquirenti lo hanno chiamato solamente per trovare ancora una volta una pista da seguire.

Il furto della tomba

A infittire il mistero sull’omicidio di Katy Skerl ci sono i fatti del 2022. Gli inquirenti scoprono che la tomba di Katty Skerl è vuota: qualcuno ha fatto sparire la salma.

Gli inquirenti ci arrivano su suggerimento di Marco Fassoni Accetti, un personaggio oltremodo noto alle cose per la sua insistenza nel collocarsi nella scomparsa di Emanuela Orlandi attribuendosi addirittura un ruolo centrale, ma di cui non è ancora emerso il supporto di alcuna prova.

Accetti nel 2015 ha scritto sul suo blog di aver appreso della sparizione della tomba della povera Skerl nel 2005 da una non meglio precisata “persona degna di fede” con lo scopo di collegare il caso della 17enne uccisa a Grottaferrata alla scomparsa di Emanuela Orlandi.

Una correlazione, tuttavia, mai dimostrata.

Fonte foto: IPA

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