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L’intervista a Renzo Arbore: lo showman si racconta tra esordi, ricerca del successo e paura della morte

Lo showman 86enne ha ripercorso la carriera in un’intervista, dicendo di non sopportare “la voglia di arrivare a tutti i costi”

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Antonio Cardarelli

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione alla Sapienza e master in Giornalismo Digitale alla Pul di Roma, è giornalista professionista dal 2007. Ha lavorato come redattore in diversi quotidiani locali e, successivamente, ha ricoperto lo stesso ruolo per siti di informazione nazionali, per i quali ha anche seguito i canali social.

Dall’infanzia agli esordi in Rai, passando per il futuro. Renzo Arbore, 86 anni, si è raccontato in una lunga intervista rilasciata a Sette, il settimanale del Corriere della Sera. Lo showman originario di Foggia ha ripercorso le tappe della sua carriera, partendo dall’infanzia in provincia di cui ricordi i “pomeriggi di noia” e dalla quale, pur essendo “straordinaria”, “bisogna andare via se si vuole fare l’artista”.

La prima canzone ascoltata dalla bambinaia

L’artista ha raccontato di ricordare distintamente molti episodi della sua infanzia, mentre spesso non c’è altrettanta nitidezza nei ricordi del recente passato.

“La memoria non è una gabbia, è una risorsa”, ha spiegato Renzo Arbore nell’intervista firmata da Malcom Pagani. Il ricordo della prima canzone ascoltata è quello de La pupa alla finestra, che gli cantava la sua bambinaia.

La chiamata della Rai e i programmi

Arbore ha parlato del legame con Napoli, dove la sua famiglia “svernava” e dei timori in famiglia sul fatto che lui volesse occuparsi di musica. “Ero stato bocciato in terza liceo, un trauma, e mio padre dopo la laurea fu chiaro: Ti do un anno di tempo, se non lo sfrutti ti metti a fare l’avvocato come tuo fratello”, ha raccontato Renzo Arbore.

Alla fine arrivò la grande occasione in Rai, a Roma, dove conobbe Gianni Boncompagni: “Facemmo subito amicizia, lui sveglio e io imbranato. Superai l’esame e trascorso qualche mese mi ritrovai a immaginare programmi con lui”. Nella sua carriera Renzo Arbore ha firmato ventuno format, tra cui Bandiera Gialla e Alto Gradimento: “Gli arrangiamenti, le battute e le canzoni nascevano con l’idea di non sottostare a nessuna moda e quindi di avere il dono di non passare mai di moda”.

“Con l’improvvisazione ci si diverte di più”, ha detto Arbore parlando dei duetti con Nino Frassica e Mario Marenco.

La paura della sofferenza

Nell’intervista a Sette, Arbore ha anche parlato dell’effetto che fa l’età che avanza che “ha ribaltato senso e direzione della noia giovanile”: “Oggi non rinuncerei mai a una conversazione disutile, non avere per forza un fine di aiuta ad avere una prospettiva della vita più lieve, più gentile”.

Parlando delle cose che lo amareggiano, Arbore ha citato “l’inseguimento del successo a qualsiasi costo” perché “della paraculaggine sento l’odore a chilometri di distanza”.

Infine, rispondendo a una domanda sulla morte, Renzo Arbore ha detto di pensarci spesso e di avere “paura della sofferenza”.

Fonte foto: ANSA

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