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CRONACA NERA

Killer della 'ndrangheta evade a Milano: perché Massimiliano Sestito era ai domiciliari e non in carcere

Il killer 'ndrangheta Massimiliano Sestito ha rotto il braccialetto elettronico ed è evaso dai domiciliari: perché non si trovava in carcere

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Cristiano Bolla

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cinema, televisione, nuovi media e spettacolo, scrive anche di cronaca e attualità. Laureato in Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo con Master in Drammaturgia e Sceneggiatura, ha lavorato per diverse produzioni prima di muovere i primi passi nelle redazioni di testate giornalistiche di Torino e Milano. Attualmente collabora anche con importanti riviste di settore.

I carabinieri di Milano sono sulle tracce di Massimiliano Sestito, 52enne killer ‘ndrangheta che è evaso mentre si trovava ai domiciliari. Non è la prima volta che fugge e anche per questo è subito scoppiata la polemica, con Matteo Salvini pronto a chiamare il Ministro della Giustizia.

Killer ‘ndrangheta evade dai domiciliari a Milano

Stando a quanto battuto dall’agenzia Ansa, il condannato è evaso nella serata del 30 gennaio 2023. Si trovava nell’abitazione del padre a Pero, provincia di Milano, dove stata scontando la pena ai domiciliari.

Massimiliano Sestito, si apprende, avrebbe manomesso e rotto il braccialetto elettronico che serviva a controllare la sua posizione e che non lasciasse il domicilio. I carabinieri di Milano stanno ora cercando il latitante.

Massimiliano Sestito in una foto del 2013

Per il killer, non si tratta della prima fuga: era già evaso nel 2013, mentre si trovava in regime di semilibertà concessa dal carcere di Rebibbia, a Roma. Era stato poi riacciuffato in una località del Salento.

Chi è l’evaso Massimiliano Sestito

Ritenuto esponente della cosca Iezzo Chiefari Procopio, il nome di Massimiliano Sestito è collegato a due pagine di cronaca nera italiana. Il 20 agosto 1991, ad un posto di blocco di Soverato, ha sparato e ucciso l’appuntato dei carabinieri Renato Lio.

Dopo un anno di latitanza, era stato arrestato e condannato all’ergastolo in primo grado, pena poi ridotta a 30 anni in Appello. Nel gennaio 2013, invece un altro omicidio, quello del boss Vincenzo Femia: il 76enne, a capo della cosca di San Luca, è stato ucciso a Roma mentre si trovava nella sua auto.

Per questo secondo omicidio, Sestito è stato condannato all’ergastolo nel processo di Appello ter, dopo due rinvii della Cassazione.

Perché il killer Sestito era ai domiciliari

A sorprendere molti è il fatto che un killer condannato per due omicidi fosse ai domiciliari. L’ha pensato anche Matteo Salvini, che a Telelombardia ha annunciato di voler dare “uno squillo al ministro per capire chi è il giudice che aveva deciso che un killer che doveva essere in galera era ai domiciliari”.

Massimiliano Sestito era stato scarcerato da Terni il 12 gennaio scorso (a trent’anni dalla condanna in Appello per l’omicidio del carabiniere) ed era in attesa dell’ultimo atto del processo per l’assassinio del boss Femia.

La Corte d’Assise d’Appello di Roma ha disposto i domiciliari in attesa della pronuncia della Suprema Corte, sentenza che era prevista per dopodomani. Se confermata la condanna, Sestito sarebbe dovuto tornare in carcere.

Fonte foto: ANSA

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