Israele attacca campo profughi a Rafah, strage di civili: oltre 40 morti. Tel Aviv: "Uccisi due capi di Hamas"
Un raid di Israele in un campo profughi a Rafah ha causato 40 morti tra donne e bambini. L'idf ha confermato l'attacco contro vertici di Hamas
Strage di civili in seguito al bombardamento di Israele contro un campo profughi a Rafah, precisamente a Tas as Sultan, a nord-ovest della città. Il bilancio dell’attacco, avvenuto nella serata di domenica 26 maggio, è di almeno 40 morti e decine di feriti, tra cui ci sarebbero molte donne e bambini. Le forze armate di Tel Aviv hanno confermato il raid comunicando che l’obiettivo era una riunione di alto livello di Hamas e di aver ucciso due ufficiali dell’organizzazione. Il bombardamento arriva a distanza di qualche giorno dall’ordine della Corte internazionale di giustizia dell’Aja di “fermare immediatamente” l’offensiva sulla città a Sud della Striscia di Gaza.
La conferma di Israele
L’esercito israeliano ha rivendicato con una nota l’attacco aereo, che “ha colpito un compound di Hamas a Rafah in cui operavano importanti terroristi di Hamas. L’attacco è stato effettuato contro obiettivi legittimi secondo il diritto internazionale, utilizzando munizioni precise e sulla base di precise informazioni di intelligence che indicavano l’uso dell’area da parte di Hamas”.
Secondo quanto dichiarato dai vertici militari, nel raid sono stati “eliminati il terrorista Yassin Rabia, comandante di Hamas in Giudea e Samaria (i nomi con cui Israele definisce la Cisgiordania, ndr), e Khaled Nagar, un alto funzionario di Hamas in giudea e samaria”. “L’Idf è a conoscenza delle notizie che indicano che a seguito dell’attacco e dell’incendio scoppiato diversi civili nella zona sono rimasti feriti. L’incidente è in fase di revisione”, hanno aggiunto le forze armate.
La strage di civili
Secondo l’ultimo bilancio del raid sarebbero rimasti uccisi almeno 40 profughi e ferite decine di altre persone. Medici senza frontiere ha reso noto che a seguito dell’attacco 180 feriti e 28 morti sono stati portati al Centro per la stabilizzazione per pazienti con traumi supportato da Msf.
L’offensiva arriva a distanza di pochi giorni dalla richiesta di arresto da parte del procuratore della Corte penale internazionale dell’Aja per crimini di guerra sul premier israeliano Netanyahu e dei vertici di Hamas. Intanto un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa ha comunicato che la Casa Bianca è a conoscenza dell’attacco israeliano al campo profughi di Rafah e sta raccogliendo maggiori informazioni.
La reazione di Hamas
In seguito all’attacco al campo profughi, Hamas ha affermato che i palestinesi devono “insorgere e marciare” contro il “massacro” dell’esercito israeliano nella città di Rafah. “Alla luce dell’orribile massacro sionista commesso questa sera dall’esercito criminale di occupazione contro le tende degli sfollati invitiamo le masse del nostro popolo in Cisgiordania, a Gerusalemme, nei territori occupati e all’estero a sollevarsi e marciare con rabbia contro il massacro sionista in corso contro il nostro popolo nel settore”, ha affermato il gruppo palestinese in una nota.
Sempre nella serata di domenica 26 maggio, Hamas era tornato ad attaccare Israele con una raffica di razzi lanciata la prima volta ieri in quasi quattro mesi, verso il centro del Paese. Le sirene d’allarme hanno suonato a Herzliya, Kfar Shmaryahu, Ramat Hasharon, Tel Aviv, Petah Tikva e in diverse comunità più piccole. Israele ha confermato che “8 razzi sono stati lanciati dall’area di Rafah nel sud della Striscia” verso il centro di Israele dove prima erano risuonate le sirene di allarme. Lo ha fatto sapere il portavoce militare aggiungendo che alcuni di questi sono stati intercettati dall’Iron Dome. Le Brigate Qassam – il braccio armato di Hamas – in un comunicato ripreso da Al Jazeera hanno rivendicato il lancio, parlando di “risposta ai massacri sionisti contro i civili”.