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Il leader della Uno Bianca Roberto Savi e gli attentati per l'estrema destra: la rivelazione ai pm

L'ex poliziotto e leader della banda della Uno Bianca Roberto Savi avrebbe rivelato di aver compiuto attentati in contesti di estrema destra

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

Roberto Savi, ex poliziotto e leader della banda della Uno Bianca, all’inizio degli anni Settanta avrebbe compiuto degli attentati all’interno di un contesto di estrema destra.

La rivelazione, stando a quanto riportato dal ‘Corriere della Sera’, sarebbe stata fatta, circa un anno fa, in occasione di un colloquio con la Procura di Bologna richiesto dallo stesso Savi.

La rivelazione di Roberto Savi ai pm sugli attentati

Roberto Savi, collegatosi a distanza dal carcere di Milano dove sta scontando l’ergastolo, ha rilasciato dichiarazioni spontanee in cui avrebbe sostenuto il suo coinvolgimento in alcuni attentati compiuti utilizzando piccoli ordigni a Rimini circa 50 anni fa.

I fratelli Savi, Fabio (avanti) e Roberto (dietro), nel Tribunale di Bologna nel 1996.

Stando a quanto raccontato dall’ex poliziotto e leader della Uno Bianca, questi attentati, che Savi avrebbe commesso da solo e ben prima dei fatti relativi alla banda, non avrebbero provocato né vittime né feriti.

Le dichiarazioni di Roberto Savi sono state acquisite nel fascicolo conoscitivo aperto nel 2021 dalla Procura dopo l’esposto presentato dal giornalista e scrittore Massimiliano Mazzanti che, in merito a un’incongruenza tra un’informativa della questura di Rimini del 1991 e un rapporto della Digos del 1995 su un fucile con cui fu compiuta la strage del Pilastro, ha richiesto di far luce su alcune questioni legate alla banda.

La reazione dei familiari delle vittime della Uno Bianca

Rosanna Zecchi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della Uno Bianca, si è detta “allibita“. Poi ha aggiunto: “Non capisco come mai emergono ora queste cose, ne parlerò con il procuratore Amato”.

Alessandro Gamberini, avvocato di alcuni familiari delle vittime, depositerà entro la fine del mese di marzo un esposto per conto di alcuni parenti delle vittime. Le sue parole: “Avevo consapevolezza che erano dei terroristi, adesso, col senno di poi, so che era una banda di terroristi legati all’eversione. È incredibile che non sia stata contestata l’aggravante del terrorismo, che al tempo era anche disgiunta da quella d’eversione. Perché la procura di Bologna non fece questa mossa così lineare?”.

Il commento di Valter Giovannini alle parole di Roberto Savi

Valter Giovannini, ex procuratore aggiunto che come pm condusse l’accusa nei processi bolognesi sulla banda della Uno Bianca, ha commentato: “Era emerso che Roberto in gioventù aveva frequentato ambienti neo fascisti del riminese. La verità processuale su fatti accaduti successivamente è quella affermata nelle varie sentenze di condanna. Assolutamente nulla emerse circa possibili collegamenti con soggetti diversi da quelli individuati dalle procure di Rimini e di Bologna”.

 

Fonte foto: ANSA

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