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CRONACA NERA

Il fratello di Saman Abbas pronto a dire tutta la verità sull'omicidio: cosa ha dichiarato nell'ultima udienza

Ali Heider, fratello della 18enne uccisa a Novellara, vuole dire tutta la verità: tra gli imputati per l'omicidio ci sono lo zio e il padre

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Cristiano Bolla

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cinema, televisione, nuovi media e spettacolo, scrive anche di cronaca e attualità. Laureato in Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo con Master in Drammaturgia e Sceneggiatura, ha lavorato per diverse produzioni prima di muovere i primi passi nelle redazioni di testate giornalistiche di Torino e Milano. Attualmente collabora anche con importanti riviste di settore.

Al processo per l’omicidio di Saman Abbas, ha preso la parola il fratello minore, elemento chiave per fare giustizia sulla morte della 18enne di Novellara. Nelle sue nuove dichiarazioni, si è detto pronto a dire tutta la verità.

Cosa ha detto in aula Ali Heider, fratello di Saman

Stando a quanto riportato da Ansa, nel corso dell’udienza in Corte di assise a Reggio Emilia e dopo il sollecito di informazioni all’ufficio minorile da parte della presidente Cristina Beretti, sono iniziate ad arrivare le prime verità da parte del giovane Ali Heider.

Il ragazzo è stato il primo a rompere il muro di silenzio attorno alla morte della sorella Saman, scomparsa a Novellara nel 2021 e il cui corpo è stato trovato a gennaio del 2023. Per gli inquirenti, è stata uccisa dalla famiglia per aver rifiutato un matrimonio combinato.

Il padre della 18enne uccisa a Novellara, in Italia dopo l’estradizione dal Pakistan

Ho deciso di parlare e dire tutta la verità” ha detto il giovane in aula, protetto da un grosso cartello nero. Alle prime domande ha risposto con molti “non ricordo”, ma in seguito ha iniziato a ricostruire i presunti fatti attorno all’omicidio.

Il ruolo del padre Shabbar Abbas e dello zio Danish Hasnain

Alla presenza del padre Shabbar Abbas, dello zio Danish Hasnain e dei cugini, imputati nel processo, il testimone ha detto di aver mentito in passato dicendo che i cugini non c’entravano nulla nella scomparsa di Saman.

“Mio padre mi disse di non dire niente”, ha detto rispondendo all’avvocato di Nomanhulaq Nomanhulaq. “Da piccolo avevo paura di mio padre e di mio zio” ha poi aggiunto, per giustificare come mai gli abbia dato retta.

Il giovane, da poco 18enne, ha detto ai carabinieri dove poteva essere seppellita la sorella dopo averlo saputo dal cugino: “Volevo abbracciarla l’ultima volta” ha dichiarato. In precedenza non l’avrebbe detto perché non sapeva dove fosse di preciso e sempre per paura del padre.

Alcune sue precedenti dichiarazioni sono state giudicate inammissibili

La testimonianza riportata in queste ore emerge dopo l’ordinanza della Corte di Assise reggiana di pochi giorni fa, che ha dichiarato inutilizzabili le parole di Ali Heider riferite tra maggio e giugno 2021.

Secondo i giudici, per renderle tali il ragazzo sarebbe dovuto essere iscritto al registro degli indagati dalla Procura per i minorenni di Bologna, anche per sua stessa garanzia, quando il suo ruolo era cambiato da testimone a potenziale indagato.

L’avvocata Valeria Miari, con lui nella testimonianza resa in aula, intanto ha rimesso il mandato come difensore di parte civile per lui e per l’Unione comuni della bassa reggiana. Resterà la legale del fratello di Saman, testimone assistito nel processo.

Fonte foto: ANSA

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