Il datore di lavoro di Satnam Singh non risponde al gip, Antonello Lovato in silenzio perché "non sta bene"
Antonello Lovato, datore di lavoro di Satnam Singh, fa scena muta di fronte ai magistrati. Secondo il suo avvocato, Lovato non sarebbe in buone condizioni di salute
È durato solo pochi minuti l’interrogatorio di garanzia per Antonello Lovato, il datore di lavoro del bracciante Satnam Singh, morto dopo che un macchinario agricolo gli ha tranciato il braccio destro lo scorso 19 giugno. Lovato si è avvalso della facoltà di non rispondere.
- Antonello Lovato non risponde ai magistrati
- Lovato non sta bene
- Altri casi di sfruttamento
- Nuova manifestazione a Latina
Antonello Lovato non risponde ai magistrati
Il breve interrogatorio si è tenuto di fronte al gip Giuseppe Molfese e alla pm Marina Marra. Il 38enne Lovato è difeso dall’avvocato Mario Antinucci. Il legale si è poi intrattenuto in un breve colloquio in separata sede con l’assistito.
Lovato non sta bene
“Non è in buone condizioni di salute”, ha poi riferito senza fornire ulteriori dettagli. Le autorità hanno disposto per lui l’isolamento.
Latina, 25 giugno 2024 – Oltre 5.000 persone, soprattutto braccianti indiani, manifestano contro il caporalato dopo la morte di Satnam Singh.
Sulla testa dell’uomo, che era stato arrestato dai carabinieri di Latina, pende l’accusa di omicidio doloso con dolo eventuale. Come riporta l’edizione del Lazio del Tgr, nell’ordinanza di custodia cautelare viene sostenuto che il macchinario nel quale Satnam Singh ha perso un braccio non era in regola.
Secondo una nota della Procura, “la consulenza medico legale ha accertato che ove l’indiano, deceduto per la copiosa perdita di sangue, fosse stato tempestivamente soccorso, si sarebbe con ogni probabilità salvato“.
Lovato ha abbandonato Satnam Singh, detto “Navi”, davanti alla sua casa insieme alla moglie senza prestare soccorso e senza allertare il 112.
La carcerazione preventiva è stata richiesta per evitare il rischio di inquinamento di prove. Lovato, teme la Procura, potrebbe eventualmente intimidire o far ritrattare i testimoni dell’incidente.
Altri casi di sfruttamento
In provincia di Latina le forze dell’ordine continuano la loro opera di repressione dello sfruttamento nei campi. I carabinieri hanno denunciato un cittadino bengalese per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Un’azienda di Borgo Sabotino era stata adibita alla coltivazione dell’ortaggio okra, poco conosciuto dagli italiani ma molto utilizzato nella cucina indiana e africana.
Una serra era stata trasformata in dormitorio e vi alloggiavano 5 persone. Un altro fabbricato era stato adibito a cucina. Non lontano, due roulotte erano utilizzate come dormitori.
I carabinieri hanno scoperto che i braccianti ricevevano paghe estremamente basse, anche fra i 4 e i 5 euro l’ora.
Nuova manifestazione a Latina
Alle 9:30 di sabato 6 luglio, Latina sarà teatro di una seconda manifestazione contro il caporalato dopo quella degli scorsi giorni.
“In Italia – si legge in una nota della Cgil – sono quasi tre milioni le lavoratrici e i lavoratori invisibili che operano irregolarmente in tutti i settori e in tutte le attività, 230mila coloro che lavorano irregolarmente nel settore agricolo”.
“Una situazione – prosegue la Cgil – che dimostra chiaramente come una parte significativa dell’economia italiana tragga profitto dallo sfruttamento delle persone, negando loro dignità e diritti fondamentali, inclusi quelli alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro”.
“Dietro gli infortuni e le morti sul lavoro si celano infatti leggi inadeguate che deresponsabilizzano le aziende. Domani saremo a Latina per dire basta allo sfruttamento e alla precarietà e per costruire un futuro più giusto e dignitoso per tutti i lavoratori e le lavoratrici”, conclude il sindacato.