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Ignazio La Russa non andrà al corteo del 25 aprile: l'annuncio del presidente del Senato e il mazzo di fiori

Ignazio La Russa, presidente del Senato, è tornato a parlare del corteo del 25 aprile: a distanza di mesi, ha già detto che non parteciperà

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Non siamo ancora a Natale, ma il tema del 25 aprile inizia subito a farsi strada e a diventare dibattito tra le figure istituzionali e la stampa. Il presidente del Senato, Ignazio La Russia, ha incontrato i giornalisti parlamentari in occasione degli auguri di Natale. Si è parlato della festa della Liberazione, con il numero uno di Palazzo Madama che ha detto la sua sul corteo e su come rendere omaggio a chi ha dato la vita per riconquistare la libertà. Lui, personalmente, porterà dei fiori. Come già fatto in passato.

La Russa e il corteo del 25 aprile

Ignazio La Russa ha dichiarato che “se per festeggiare il 25 aprile bisogna andare a un corteo in cui si può essere dileggiati e spintonati come è successo (il riferimento è al padre di Letizia Moratti, ndr), immaginate se ci andassi io in una manifestazione in cui perfino le Brigate ebraiche sono state mal tollerate….”.

In sostanza, La Russa non sarà presente al corteo del 25 aprile, e porterà un mazzo di fiori: “L’ho già fatto: il 25 aprile quando ero al vertice della Difesa sono andato al cimitero di Milano dove c’è la statua dedicata ai partigiani e ho portato un enorme mazzo di fiori che credo fosse il segno del mio riconoscimento per chi ha dato la vita per riconquistare la libertà”.

Ignazio La Russa, presidente del Senato

La Russa e la necessità di pacificazione

Il presidente del Senato si è poi augurato che, al termine del suo mandato, si possa aver fatto un piccolo passo in avanti “sulla pacificazione” e che “nessuno mi venga a dire che non ce n’è bisogno”.

Secondo La Russa, a quasi 77 anni dalla fine della guerra, “siamo ancora in qualche modo in un interminabile dopoguerra, in alcuni momenti di vita pubblica c’è ancora un’Italia non sempre pacificata, pur nelle inevitabili e doverose differenze di pensiero. Se riuscissimo a fare un passo in avanti sul grado di accettazione del pensiero altrui, sempre nel rispetto delle leggi, daremmo un contributo importante”.

Il messaggio dei militanti di Memento, Lealtà e Azione, Continuità

Lo scorso 1° novembre, una cinquantina di militanti delle associazioni Memento, Lealtà e Azione, Continuità hanno presenziato all’annuale commemorazione del Campo 10 al cimitero Maggiore di Milano, dove sono sepolti circa 900 defunti della Repubblica sociale italiana.

In quell’occasione, il celebrante Gabriele Leccisi dell’associazione Continuità – come riportato da Repubblica – aveva dichiarato di volere “che questi caduti siano onorati dal popolo italiano”.

In questo senso, al termine della cerimonia, più di un militante aveva esaltato le parole del presidente del Senato, Ignazio La Russa, di non presenziare ai festeggiamenti della Liberazione il prossimo 25 aprile: “Questo è un gesto di pacificazione perché – il pensiero di uno dei presenti, nonché figlio di un tenente Rsi – ormai è una festa di sinistra. Non è una festa di vittoria o sconfitta, si deve cambiare mentalità ed è un bene che lui non festeggi“.

Fonte foto: ANSA

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