"I balneari devono puntare sui turisti più ricchi" polemiche sulle parole dell'imprenditore Vito Vergine
L'imprenditore balneare Vito Vergine ha commentato i problemi della categoria in un'intervista
Puntare sui più ricchi. I consigli dell’imprenditore balneare Vito Vergine, dati in un’intervista, finiscono nella polemica social. Ma secondo il proprietario di un famoso lido salentino, ha ragione Flavio Briatore.
- La classe media è troppo povera
- Puntare sui turisti ricchi, il modello Briatore
- Il problema delle concessioni balneari
La classe media è troppo povera
L’imprenditore Vito Vergine, proprietario del famoso lido Maldive del Salento in Puglia, è stato intervistato dal ‘Corriere della Sera’ e le sue parole hanno suscitato polemiche sui social.
Al centro del suo ragionamento un problema, che affligge i balneari di tutta Italia. La classe media, che un tempo sosteneva queste attività, si sta impoverendo e molti bagni sono in difficoltà per questo.
“In più a differenza della riviera romagnola le nostre spiagge sono strette, possiamo sistemare 5-8 file di ombrelloni, non 50” ha commentato l’imprenditore per qualificare le sue affermazioni.
Puntare sui turisti ricchi, il modello Briatore
La soluzione a questo problema sarebbe, secondo Vergine, il modello Briatore. Strutture di altissimo livello mirate ad un target con ampie disponibilità economiche, escludendo larghe fette della popolazione.
“Il mio lido presto farà un salto di qualità per posizionarsi su un livello superiore e di conseguenza punteremo ad un target più alto. Ci piace fare qualità e realizzare quello che predichiamo da decenni, il Salento merita di essere rispettato: no al turismo di massa.” dichiara il proprietario del Maldive.
Alla domanda sull’esclusione dai lidi della maggior parte dei turisti a causa dei prezzi, l’imprenditore risponde: “Ci saranno lidi con prezzi più bassi, e poi ci sono sempre le spiagge libere“.
Le parole di Vergine hanno causato indignazione sui social. In molti hanno sottolineato che le spiagge sono un bene pubblico e che i balneari pagano le loro concessioni relativamente poco.
Il problema delle concessioni balneari
In Italia tutte le spiagge sono un bene pubblico, di proprietà dello Stato. Possono essere sfruttate a fini commerciali, come nel caso degli stabilimenti balneari solo con una speciale concessione.
Queste concessioni sono in buona parte state assegnate decenni fa e poi rinnovate. Circa 21.000 delle 26.000 concessioni totali costano agli imprenditori meno di 2500 euro all’anno, poco più di 200 euro al mese.
L’Unione Europea ha chiesto all’Italia di metterle all’asta con una direttiva del 2006, la famosa direttiva Bolkestein. Da allora però i vari governi che si sono susseguiti hanno continuato a rinviare la decisione e le concessioni sono rimaste in mano agli imprenditori balneari.