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Green pass, tamponi validi solo poche ore: l'avvertimento di Rasi

Secondo l'ex numero uno dell'Ema e consigliere del commissario Figliuolo, i test gratuiti sarebbero uno "spreco assoluto" delle risorse pubbliche

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il caos generato dall’entrata in vigore dell’obbligo di esibire il Green pass sul posto di lavoro potrebbe mettere a rischio alcune filiere. In alcuni settori si contano troppi lavoratori senza la certificazione verde, come i tanti cittadini dei Paesi dell’Europa dell’Est che hanno ricevuto il vaccino anti Covid russo, lo Sputnik, non inserito nella campagna vaccinale italiana.

Per ovviare  a questo problema, il Governo potrebbe decidere di rendere i tamponi gratuiti o estenderne la durata. Sul tavolo c’è anche la possibilità che il test antigenico passi da una validità di 48 ore a una di 72. Il provvedimento, tuttavia, non piace al mondo della scienza.

Guido Rasi, ex capo dell’Agenzia europea del farmaco e consulente del commissario Francesco Paolo Figliuolo, ha dichiarato al Corriere della Sera che il certificato verde è “giusto” ed è “giusto sanzionare chi non si adegua. Però sono fiducioso, si possono convincere ancora tante persone”.

Il microbiologo ha sottolineato che “alla luce delle conoscenze molecolari, e soprattutto delle evidenze pratiche di soggetti risultati negativi la mattina e positivi la sera, non sarebbe logico” estendere la durata della validità dei tamponi. “Non è la scienza che può decidere, né la politica, ma il coronavirus”.

“Il Sars-Cov-2 ha i suoi tempi. Se io mi contagio, a un certo punto scatta la replicazione virale. Una singola particella ne può produrre fino a 100 mila in 5 ore. Questo significa che una persona negativa all’inizio della giornata può a metà giornata non esserlo più”, ha spiegato l’esperto.

Per questo un tampone può attestare la negatività di una persona non oltre le 5 o 8 ore. “Il tampone può essere utile per gestire lo svolgimento di un grande evento, tenenedo conto che dopo questa breve fase di incubazione un individuo può iniziare a essere infettivo”.

Quello delle 48 ore “è un tempo ritenuto ragionevole, calato nella realtà di tutti i giorni. Si è visto che i negativi nell’arco di 48 ore infettano molto poco. Almeno questi erano i dati raccolti prima che si affacciasse la variante Delta“.

Questo ceppo del coronavirus ha però “tempi di incubazione dimezzati, tra i 2 e i 4 giorni invece di 5 o 7, e velocità di replicazione molto più rapida. Come unico vantaggio questo ha consentito di ridurre la durata della quarantena”.

Per questo molte persone possono essere contagiose “in situazioni nelle quali si sentono invece protette“. Aumentare la durata del tampone “facilitirebbe la circolazione virale. Difficile quantificare di quanto”.

“Il tampone potrebbe essere gratuito o supportato da enti od iniziative in circostanze particolari. Se si dovesse organizzare un evento di qualche ora dove si prevede difficoltà di mantenere distanza e vi siano per qualsiasi motivo persone non vaccinate, sarebbe una sufficiente garanzia di creare una bolla per qualche ora”, ha dichiarato Guido Rasi.

La sua posizione, condivisa da molti esperti, è che “il tampone gratuito sistematico non dà nessuna garanzia di sicurezza e costituisce quindi uno spreco assoluto ed irragionevole di denaro pubblico”.

Spendere circa 15 milioni di euro al mese in tamponi “significherebbe avallare l’uso non etico delle limitate risorse per la sanità pubblica, quando invece bisogna ribadire con fermezza il dovere civico e morale di vaccinarsi in caso di pandemia e quindi di rischio generalizzato per la salute della collettività”.

“La libertà di non immunizzarsi non viene lesa, ma devono rimanere in piedi le limitazioni che questo comporta”, ha concluso l’ex numero uno dell’Ema, dichiarandosi dunque contrario ai tamponi gratis. Stessa posizione anche di Roberto Burioni.

Fonte foto: ANSA
Green pass, polemica sui tamponi gratis. Chi è pro e chi contro

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