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Giovanni Padovani e l'omicidio di Alessandra Matteuzzi, i giudici svelano il movente: "Non era la gelosia"

Il movente dell'omicidio di Alessandra Matteuzzi non era la gelosia: il killer Giovanni Padovani ha agito con lucidità. La rivelazione dei giudici

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

Non un “delitto d’amore”, piuttosto un “delitto d’onore”: questa conclusione descrive il movente riportato dai giudici della Corte d’Assise di Bologna per l’omicidio di Alessandra Matteuzzi da parte di Giovanni Padovani, condannato all’ergastolo. Secondo i giudici, Padovani avrebbe simulato intenzionalmente uno stato di pazzia per ottenere vantaggi processuali, atteggiamenti culminati con la richiesta di contattare la sua vittima al telefono dal carcere.

Il movente di Giovanni Padovani

Per i giudici risulta “improprio attribuire l’omicidio a una insana gelosia” che potrebbe aver armato la mano di Giovanni Padovani. Piuttosto la gelosia si può inserire nel contesto degli atti persecutori, ma a portare Padovani a decidere di strappare Alessandra Matteuzzi alla vita è stato, sempre secondo i giudici, “un irresistibile desiderio di vendetta“.

All’ex compagno della vittima, quindi, i giudici hanno riconosciuto “consapevolezza ed un’indiscutibile lucidità, incompatibili con la tesi di una malattia psichiatrica” in oltre 100 pagine firmate dal giudice Domenico Pasquariello.

I giudici della Corte d’Assise di Bologna hanno reso noto il movente dell’omicidio di Alessandra Matteuzzi da parte di Giovanni Padovani

La vendetta come movente, quindi. In più, Padovani ha assunto un “atteggiamento selettivo” tale da dimostrare la lucidità di saper distinguere gli elementi che avrebbero giovato la sua posizione durante il processo e altri, invece, che l’avrebbero compromessa.

I giudici parlano anche di “simulazione dei sintomi psicotici“, ricordando che Padovani “chiese a suo tempo l’autorizzazione al Presidente della Corte di telefonare dal carcere all’utenza cellulare della defunta Alessandra”.

L’omicidio di Alessandra Matteuzzi

Alessandra Matteuzzi è stata uccisa il 23 agosto 2022. Alle 19 si trovava nel cortile di casa sua in via dell’Arcoveggio, a Bologna, quando è arrivato l’ex compagno Giovanni Padovani.

Tra i due era scoppiata una lite degenerata nell’aggressione da parte del calciatore 27enne, che per colpirla ha usato una mazza, una panca in legno e altri oggetti contundenti. La donna è morta poche ore dopo all’ospedale di Bologna per le ferite riportate.

Lo stalking

Nel febbraio 2024 Giovanni Padovani è stato condannato all’ergastolo. Un mese prima del femminicidio era stato denunciato per stalking: la relazione con Alessandra Matteuzzi si era conclusa da diversi mesi, ma il 27enne aveva assunto comportamenti ossessivi nei confronti della vittima.

La stessa Matteuzzi aveva implorato una vicina di non aprire il cancello qualora si fosse presentato “quel ragazzo”, e la stessa vicina aveva parlato di un ragazzo “molto insistente”.

Fonte foto: IPA

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