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CRONACA NERA

Giada Zanola temeva di essere ricattata con filmati intimi, mistero sul cellulare. Nuova ipotesi sulla morte

Nuovi dettagli sulla morte di Giada Zanola, travolta da un camion sull'A4 dopo essere stata lanciata da un cavalcavia. La posizione di Andrea Favero

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

Si arricchisce di nuovi elementi il caso Giada Zanola, la 34enne originaria di Brescia del cui omicidio è accusato il compagno Andrea Favero, con cui, stando alle ricostruzioni, viveva “da separata in casa”.

Il timore del ricatto con i filmati intimi

Secondo quanto riportato dal ‘Corriere della Sera’, Giada Zanola temeva di poter rimanere vittima di ricatti a sfondo sessuale. Dal decreto di fermo emerge che la 34enne aveva confidato a un’amica e al nuovo compagno di essere preoccupata che lui avesse realizzato dei video mentre erano in intimità per poi ricattarla diffondendoli su Internet.

Per questo motivo, la Polizia Postale è stata già incaricata di verificare se su telefoni o pc ci siano tracce di file che confermerebbero la preoccupazione della vittima. Intanto, il telefono cellulare della vittima non si trova da nessuna parte.

Il cavalcavia dell’A4.

L’ipotesi sull’omicidio di Giada Zanola

Giada Zanola era priva di sensi, o già morta, nel momento in cui Andrea Favero l’ha lanciata dal cavalcavia sull’A4 (dove poi è stata travolta da un camion)? Come si legge ancora sul ‘Corriere della Sera’, questa ipotesi è al vaglio degli inquirenti, anche se ci vorrà del tempo per verificarla. L’autopsia eseguita venerdì sul corpo della vittima non ha dato un riscontro certo. Risulta difficile stabilire l’ora precisa della sua morte. L’esito dell’esame tossicologico si conoscerà tra circa un mese.

La 34enne avrebbe confidato a più persone di temere per la propria vita e di ritenere che lui la potesse drogare. In casa della coppia, però, non sono state trovate sostanze stupefacenti o farmaci particolari.

L’ultima violenta lite tra Giada Zanola e Andrea Favero sarebbe avvenuta lunedì, cioè due giorni prima della morte. La 34enne non ha potuto iniziare il suo nuovo lavoro nella stazione di carburante di Vigonovo, dove è dipendente anche l’uomo con cui Giada Zanoka avrebbe iniziato una relazione che non nascondeva più a Favero, tanto da mostrargli anche la chat con i messaggi.

L’interrogatorio di Andrea Favero

Dopo aver fornito diverse versioni dei fatti, nella giornata di venerdì 31 maggio Andrea Favero ha preferito tacere nell’interrogatorio in carcere, avvalendosi della facoltà di non rispondere.

Pur non convalidando il fermo, perché non si ritiene ci sia un pericolo di fuga, il gip ha comunque considerato solido l’impianto del pm e ha emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare.

Fonte foto: ANSA

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