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CRONACA ESTERA

Giacomo Passeri condannato all'ergastolo in Egitto, era stato arrestato un anno fa per possesso di droga

Da un anno in carcere in Egitto, il 31enne pescarese Giacomo Passeri è stato condannato all'ergastolo

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Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

Giacomo Passeri, da un anno in carcere al Cairo dopo essere stato fermato in Egitto e accusato di detenzione e traffico di droga, è stato condannato all’ergastolo con 25 anni da scontare nelle prigioni egiziane. Una notizia che ha sorpreso la famiglia del 31enne pescarese, che nei mesi scorsi aveva lanciato l’allarme sulle condizioni dell’uomo.

Giacomo Passeri condannato all’ergastolo in Egitto

“Siamo ancora sotto choc: ci hanno comunicato che mio fratello è stato condannato all’ergastolo, con 25 anni da scontare in Egitto”.

Così all’Ansa il fratello di Giacomo Passeri, Andrea, commenta la sentenza di condanna emessa dai giudici del Cairo.

 Il caso di Giacomo Passeri richiama quelli di Patrick Zaki e Giulio Regeni

Secondo quanto riporta Repubblica, il processo di primo grado contro il 31enne di Pescara, si è chiuso il 19 agosto con la condanna all’ergastolo.

“Lui si è sempre dichiarato innocente, si sente abbandonato”, racconta all’Adnkronos Andrea Passeri, che dopo la condanna dice di non aver ricevuto alcun contatto dall’Ambasciata italiana al Cairo.

L’arresto nell’agosto 2023

Originario della Sierra Leone e cresciuto a Pescara, Giacomo Passeri vive da alcuni anni a Londra, dove fa il pizzaiolo. Da un anno si trova in carcere in Egitto.

Era stato arrestato il 23 agosto 2023 in un hotel di Sharm el-Sheik poco prima che si imbarcasse su un volo per Londra.

Alla sua famiglia ha sempre detto di essere stato fermato dalla polizia perché trovato in possesso di una modica quantità di marijuana.

Ma secondo quanto riporta Repubblica, le accuse della polizia egiziana parlano di altro: di grosse quantità di droga trovate nella stanza del 31enne e di una rete attiva nel traffico di droga di cui l’italiano farebbe parte.

“Giacomo era solo in mezzo a poliziotti egiziani quando è stato fermato”, dice il fratello Andrea, “non c’erano altri testimoni. Lo hanno incastrato, io gli credo”.

L’appello della famiglia

Nei mesi scorsi la famiglia Passeri aveva lanciato l’allarme sulle condizioni di Giacomo, il quale aveva anche iniziato uno sciopero della fame per protestare contro il trattamento ricevuto in carcere.

Dal giorno dell’arresto, la famiglia sostiene di non aver mai potuto vedere il 31enne in carcere. Ci sono solo delle lettere che lui ha scritto e inviato via Whatsapp con i telefoni dei parenti di altri detenuti, in cui racconta di essere stato torturato e delle pessime condizioni in cui viene detenuto.

“Chiediamo allo Stato, alla politica italiana di farlo tornare in Italia, di interessarsi almeno al caso attraverso la documentazione ufficiale rilasciata dalle autorità egiziane in mio possesso. Giacomo è ingiustamente trattenuto lì, si faccia qualcosa per riportarlo al più presto a casa”, dice il fratello all’Adnkronos.

Il caso è seguito dalla Farnesina e dall’Ambasciata italiana al Cairo, che si è schierata con l’avvocato di Passere chiedendo un possibile trasferimento in Italia o un’espulsione dall’Egitto dopo la condanna.

Il ministero degli Esteri in una nota fa sapere di aver chiesto l’autorizzazione a una visita consolare in carcere con la massima urgenza.

Per qualsiasi cosa però molto probabilmente bisognerà attendere l’appello e la sentenza definitiva.

Fonte foto: ANSA/Facebook Giacomo Passeri

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