Genova, arrestati i fondamentalisti islamici del “Gruppo Gabar”: legami con la strage di Charlie Hebdo
L'operazione che ha portato all'arresto dei membri della cellula terroristica denominata “Gruppo Gabar”
Il 25 settembre 2020 Parigi ripiombava nell’incubo del terrorismo islamico: Zaheer Hassan Mahmoud, 25enne nato in Pakistan, ferì gravemente due giornalisti con una mannaia davanti alla vecchia sede del giornale Charlie Hebdo. All’epoca il procuratore nazionale antiterrorismo francese, Jean-Francois Ricard, riferì che, prima di entrare in Francia fingendosi un minore non accompagnato, Mahmoud “era passato dall’Italia”.
- L'indagine della Direzione distrettuale antiterrorismo di Genova
- La cellula terroristica denominata “Gruppo Gabar”
- L'indagine francese
L’indagine della Direzione distrettuale antiterrorismo di Genova
Nelle scorse ore, come riferisce La Repubblica, il tribunale di Genova, dopo un’indagine della Direzione distrettuale antiterrorismo di Genova, condotta dalla Digos di Genova e dal Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Esterno della Polizia di Stato – insieme agli Uffici Antiterrorismo di Spagna e Francia, coordinati dall’ECTC- European Counter Terrorism Centre di Europol – ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per 14 persone, quasi tutte di nazionalità pachistana.
Secondo l’accusa le persone coinvolte stavano progettando attentati e sono legate a Zaheer Hassan Mahmoud: il reato contestato è associazione con finalità di terrorismo internazionale.
La cellula terroristica denominata “Gruppo Gabar”
L’inchiesta è stata svolta a Genova in quanto uno degli arrestati dimora nel chiavarese, anche se la maggior parte di loro effettuava spostamenti fra l’Emilia Romagna, la Spagna e la Francia. Inoltre è emerso che la cellula terroristica è collegata ad un più ampio gruppo di giovani pakistani, auto-denominatosi “Gruppo Gabar”. Sempre secondo gli inquirenti tutti hanno avuto contatti diretti con l’attentatore di Charlie Hebdo.
L’indagine francese
Gli inquirenti francesi, dopo l’attentato del 25 settembre 2020, si misero subito sulle tracce di Zaheer Hassan Mahmoud che si era materializzato davanti alla vecchia sede di Charlie Hebdo, vale a dire il luogo in cui cinque anni prima i terroristi legati ad Al Qaeda avevano ammazzato dodici persone, ferendone altre undici.
Zaheer Hassan Mahmoud credeva che la redazione del periodico fosse ancora in rue Nicolas Appert (invece era in luogo segreto e sorvegliato). Con una mannaia ferì gravemente due giornalisti dell’agenzia “Première ligne”.
Agli inquirenti transalpini il giovane 25enne aveva spiegato di aver preso quell’iniziativa poiché, in quei giorni di inizio del maxiprocesso ai fiancheggiatori del commando che aveva attaccato la redazione di Charlie Hebdo, la stessa rivista aveva ripubblicato le vignette su Maometto che avevano innescato la furia dei terroristi.