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Furto in casa di Roberto Benigni, pugno duro contro la banda di ladri di opere d'arte. Due condanne in Spagna

Condannati i ladri che rubarono opere d'arte in casa di Roberto Benigni e altri Vip. Furti anche nelle ville storiche romane

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Arriva la stangata per la banda di ladri specializzata in furti di opere d’arte ai danni di celebrità e residenze prestigiose a Roma. I giudici della decima sezione collegiale della Capitale hanno emesso due condanne e più di 15 sentenze di prescrizione durante il processo. Tra le vittime di questo sodalizio criminale ci sono anche Roberto Benigni e sua moglie Nicoletta Braschi, a cui è stata rubata una scultura romana del II secolo nella loro dimora sull’Appia Antica nel 2010.

La scultura di Roberto Benigni ritrovata in Spagna

Dopo un’indagine condotta dai carabinieri per la salvaguardia del patrimonio culturale, l’opera è stata successivamente ritrovata in Spagna nel 2019 e restituita a Benigni.

Per il regista premio Oscar, i giudici romani hanno stabilito un risarcimento di 20 mila euro. Inoltre, è stata ordinata la confisca e la restituzione di tutte le opere sottratte nel corso degli anni da questa banda criminale.


L’ex ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli nel 2019 vicino alla statua rubata dall’abitazione di Roberto Benigni

La statua di Benigni acquistata da un antiquario spagnolo

Considerando le condanne, un antiquario spagnolo di nome Jaume Peix Bagot, che aveva acquistato la statua di proprietà di Benigni, è stato condannato a 4 anni e 6 mesi di carcere.

L’altra condanna, che riguarda invece un gallerista spagnolo di nome Felix Cervera Correa, è stata di 3 anni. L’uomo era imputato per l’acquisto della statua di Diana trafugata da Villa Borghese nel 2005.

Allo stesso tempo, al gallerista si contesta il possesso di una testa votiva femminile in terracotta risalente al III secolo a.C., custodita dal Castello di Borgo Pratica di Mare fino al 2002, anno del furto.

I colpi della banda di opere d’arte fra 2010 e 2013

Nell’ambito della stessa indagine, gli investigatori hanno rilevato una serie di colpi commessi dalla banda, tra cui tre a Villa Torlonia, oltre a palazzo Giustiniani Odescalchi, all’orto botanico e a Villa Medici.

Al bilancio si aggiungono 15 sentenze di prescrizione, relative alle indagini sulle attività illecite della banda impegnata nei furti di opere d’arte nel periodo fra il 2010 e il 2013.

Le incursioni venivano effettuate in particolare nelle residenze di personaggi noti, di frequente messi nel mirino dai malviventi, come accaduto all’ex calciatore Luca Toni alcuni anni fa. Per quanto riguarda il traffico di opere d’arte trafugate, il filone d’indagine in questione si articolava fra Italia e Spagna, a differenza di quanto appurato da un’indagine simile di poco più di un anno fa e che vedeva il coinvolgimento della Lituania.

L’avvocato Michele Gentiloni Silveri, difensore di Benigni e Braschi, ha commentato le condanne affermando: “Desidero congratularmi con i carabinieri per il loro lavoro svolto in un’indagine complessa che ha coinvolto anche le autorità spagnole e tedesche. La sentenza ribadisce che la scultura rubata tornerà al suo legittimo proprietario”.

Fonte foto: ANSA

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