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Fenomeno sardine: chi e cosa sono, se protesta o manovra politica

Chi sono le Sardine? Per qualcuno è un movimento spontaneo, partito dal basso. Per altri una macchinazione politica per contrastare la Lega

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Per qualcuno è un movimento spontaneo, partito dal basso. Per altri una macchinazione politica per contrastare “l’espansione” della Lega. Di certo il fenomeno delle “sardine”, che sta contraddistinguendo la campagna elettorale in Emilia Romagna, è un qualcosa che potrebbe cambiare gli scenari politici, non solo regionali.

COME E DOVE TUTTO EBBE INIZIO – A ridosso dell’apertura della campagna elettorale del centrodestra, nella persona di Lucia Borgonzoni, affidata al leader maximo Matteo Salvini al PalaDozza, storico palazzetto di Bologna, qualcuno ha pensato di organizzare per lo stesso giorno, alla stessa ora, una sorta di contromanifestazione che riunisse tutti i bolognesi che, in un certo senso, la pensassero in maniera diversa, o comunque non fossero d’accordo sulla deriva leghista, personificata dal suo leader, che potesse prendere la città e la Regione.

COSA SIGNIFICA SARDINE – Il tam tam partito dai social, come un vero e proprio flash mob aveva come obiettivo quello di condensare in Piazza Maggiore almeno 6mila persone, strette come sardine, da qui il nome del fenomeno, del movimento, o come lo volete chiamare. Un numero simbolicamente importante perché superiore alla massima capienza del PalaDozza (stimata appunto in poco meno di 6000 unità, 5570 per la precisione) dove ci sarebbe stata la “convention” salviniana. Alla fine il risultato è stato sorprendentemente superiore visto che si sono registrate il doppio delle presenze sperate.

CHI SONO – A “creare” il tutto sono stati in quattro, questo oramai lo sanno tutti. Si tratta di Mattia Santori, laureato in Economia e Diritto ricercatore energetico in chiave ecosostenibile, colui che materialmente ha fatto partire l’adunata, coadiuvato da Roberto Morotti, ingegnere appassionato di riciclo della plastica, Giulia Trappoloni, fisioterapista di Sansepolcro, e Andrea Garreffa, laureato in Scienze della Comunicazione e guida turistica.

I DUBBI SULLA NATURA APARTITICA – Il successo dell’iniziativa non poteva lasciare indifferente la politica italiana. E’ partita, soprattutto da destra, quella che per molti, a sinistra, è una caccia alle streghe nell’individuare le radici politiche del fenomeno. Non potevano che essere vicine al mondo della sinistra, se non quella estrema, quella moderata. Le vite e le bacheche degli ideatori delle sardine sono state scandagliate ed ogni post a favore di Zingaretti e dei Dem preso ad esempio per colorare il movimento. Anzi si è sottolineato come in molti degli esponenti del centrosinistra, parlamentari e politici locali, abbiano fatto a cassa di risonanza al richiamo. Ma resta, in tutta sincerità, la scoperta dell’acqua calda visto che tutto il centrosinistra ha l’interesse a contrastare l’avanzare di Salvini, mission dichiarata delle “sardine”, in quella che è una roccaforte rossa, anche se sbiadita negli ultimi anni.

LA FENOMENOLOGIA DAL BASSO – In passato fu il movimento riformista di Mario Segni (primi anni ’90), sulla spinta del referendum elettorale, in epoca più recente i Girotondi di Nanni Moretti (2002). Ultimo esempio, forse il più fulgido, proprio il Movimento 5 Stelle che nato dai meet up alla stregua degli spettacoli comico-satirici di Grillo ha conquistato il Governo. Insomma tutto ciò che si scontra con la politica e con i politici finisce irrimediabilmente con l’essere o diventare politica. Da questa regola non si sfugge. In fin dei conti anche lo stesso “fenomeno Lega” di Salvini, seppur non partito dal basso, cavalca un sentimento di rabbia popolare che mette radici proprio nelle paure, nel malcontento e nella rabbia degli italiani.

IL PARERE DEL POLITOLOGO – Massimiliano Panarari, consulente di comunicazione politica e professore alla Luiss di Roma, in un’intervista al Quotidiano.net prova ad analizzare il fenomeno delle sardine e la sua possibile influenza sulle elezioni in Emilia Romagna: “Di sicuro, quella di Bologna è una platea che non vota Lega. Però l’autoconvocazione sottende anche una richiesta di cambiamento e una critica alla stessa sinistra. Certo, possono trasformarsi in voti, turandosi il naso…”

E voi come la pensate?

Fonte foto: Ansa

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