Fase 2, palestre ferme in Lombardia: "Non siamo untori"
I gestori delle strutture lombarde protestano contro le decisioni della giunta Fontana di rimandare l'apertura
Sono in tanti a storcere ancora il naso in questa fase 2 tra tante aperture, slittamenti e dubbi sulle linee guida da adottare. In Lombardia, ad esempio, sta montando la protesta delle palestre. A differenza del resto d’Italia dove le sarà possibile riaprire le strutture a partire dal 25 maggio, la giunta Fontana ha rimandato la riapertura lombarda di una settimana. “Non siamo untori” replicano i gestori.
Il motivo sta in quella «pericolosità», espressa apertamente dal governatore Attilio Fontana, rappresentata dai luoghi sportivi al chiuso: “Abbiamo sempre detto che riapriremo senza dimenticarci della sicurezza” le sue parole.
“Ci bollano come untori, l’attività più pericolosa – sbotta a Tgcom24 Livio Leardi, ad di GetFit, tra i colossi del fitness a Milano – Praticamente arriveremo a 100 giorni di chiusura, con una situazione di bilancio drammatica: azzerati tre mesi di ricavi e costi ridotti del 45-50%”.
“Il mondo sportivo era pronto a ripartire il 25” ha dichiarato al Corriere della Sera Marco Contardi, presidente Arisa (Confcommercio) – La categoria spera in un ripensamento da parte della Giunta: lo slittamento della riapertura al primo giugno è penalizzante per il settore e demotivante per i gestori”.
“Tra affitti e collaboratori, in attesa del Dl Rilancio, è difficilissimo sopravvivere. Alla fine cambia poco tra 25 maggio e 1° giugno: siamo già rovinati“, aggiunge Renato De Donato, titolare della Heracles Gymnasium, punto di riferimento sportivo e sociale in via Padova.