Coronavirus, le situazioni più a rischio: il punto di tre esperti
Carlo Signorelli, Carlo Federico Perno e Pier Luigi Lopalco si sono confrontati sui possibili rischi che si corrono con le riaperture
La ripresa di attività come bar, ristoranti e parrucchieri è un segnale positivo sulla situazione del nostro Paese in merito all’emergenza coronavirus, ma impone comunque una doverosa cautela per evitare che la curva dei contagi subisca una nuova impennata. Su Repubblica sono riportati i pareri di Carlo Signorelli, Carlo Federico Perno e Pier Luigi Lopalco, circa le norme da osservare quando si frequentano i luoghi più a rischio di contagio.
Le situazioni a rischio: ristoranti
Tra i protagonisti di questa nuova fase della ripresa sono i ristoranti, nei quali la distanza minima da rispettare tra individuo e individuo è di un metro. Carlo Signorelli, professore di igiene al San Raffaele di Milano, ricorda: “La precipitazione delle goccioline respiratorie è molto alta entro un metro di distanza dalla persona infetta. È più bassa, ma esiste ancora, tra uno e due metri. È trascurabile oltre i due metri”.
In spiaggia rischi minori
I luoghi chiusi, come sottolinea Signorelli, sono quelli in cui è avvenuta la maggior parte dei contagi; di conseguenza, gli spazi aperti costituiscono un contesto meno rischioso per la diffusione del virus. In merito alla sicurezza delle spiagge, Carlo Federico Perno, virologo dell’università di Milano, afferma: “Il virus non si trasmette con la sabbia, né con l’acqua, né sui sentieri di montagna. A meno che, ancora una volta, non si stia molto vicini”.
Attenzione alle cene con gli amici
La miglior protezione, dunque, rimane il distanziamento sociale. Una misura che però è più difficile da adottare in alcuni contesti, come le cene con gli amici. Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell’università di Pisa, osserva: “Non possiamo certo prevedere controlli anche lì, e non ci aspettiamo che le persone indossino le mascherine in casa, anche se sarebbe opportuno, durante gli incontri con gli amici“. Tanto più perché, in compagnia degli amici, si tende ad abbassare la guardia e a fidarsi.
I rischi in palestra
Anche la palestra è considerata un luogo a rischio. Perno afferma: “È l’ultimo luogo che riaprirei”, aggiungendo che “sotto sforzo l’aria viene emessa dai polmoni a distanza maggiore e in quantità anche tripla rispetto al normale”. Anche per questo, la distanza minima da osservare mentre si fa esercizio fisico sale a 2 metri.
Bambini al parco
Particolare attenzione anche quando si portano i bambini al parco: è infatti difficile far rispettare il distanziamento sociale ai più piccoli, durante il gioco. Perno sottolinea: “Abbiamo visto che i giovanissimi hanno sintomi più lievi, ma il loro rischio di contagio è simile a quello degli adulti”; quindi “potrebbero dunque essere capaci di trasmettere il virus in maniera asintomatica”.
Aria condizionata: rischio minimo
L’aria condizionata, su cui gli esperti si sono confrontati in vista della fase 2, rappresenta un pericolo minimo. Spiega Perno: “Il rischio che il microrganismo venga prelevato dall’aria in un ambiente infetto e trasmesso attraverso le condotte di aerazione in un altro ambiente è trascurabile. Ne avevamo discusso a proposito degli ospedali con reparti dedicati al Covid, dove la concentrazione di virus nell’aria era molto alta”.
Le mascherine
Per quanto riguarda l’utilizzo delle mascherine, Lopalco evidenzia: “Andrebbero portate anche a casa, se si incontrano amici e ci si avvicina”. L’esperto fa appello “al buon senso delle persone”, laddove diventa impossibile effettuare controlli stringenti.