Evasione fiscale da 3 milioni con falsa società a Olbia: denunce tra Veneto, Friuli e Sardegna
Una finta società interinale, con sede a Olbia, ha evaso oltre 3 milioni di euro, sgravandoli dagli oneri fiscali di tre aziende con sede nel Veneto
Con un’operazione effettuata nella mattinata del 29 ottobre, la Guardia di Finanza ha scoperto una società che offriva finti servizi di somministrazione di lavoratori interinali, mentre in realtà sgravava dagli oneri fiscali tre aziende del Veneto.
Al momento sono otto gli indagati, che devono rispondere a vario titolo di reati fiscali, riciclaggio e interposizione fraudolenta di manodopera.
La finta società interinale
Gli otto denunciati, tra Sardegna, Veneto e Friuli, avevano creato una società che, sulla carta, offriva servizi di somministrazione di lavoratori interinali con sede legale a Olbia.
Si trattava invece di una “scatola vuota”, che serviva a che sollevare degli oneri fiscali tre aziende del Veneto, operanti nel settore metalmeccanico, che gestivano in realtà direttamente i propri dipendenti.
Un sistema che ha portato, come appurato dalla Guardia di Finanza di Olbia, a un’evasione di oltre 3 milioni di euro di imponibile, e oltre 650 mila euro di Iva non pagata.
Una lunga indagine
L’indagine dei militari della Guardia di Finanza di Olbia, che hanno operato su delega della Procura di Tempio Pausania, hanno scoperto che la sede della ditta presenta in città non era altro che una copertura.
L’azienda non faceva altro che emettere fatture false, consentendo a numerose ditte del trevigiano di evadere le imposte dirette e l’IVA, oltre a sottrarsi agli adempimenti previdenziali.
I finanzieri hanno appurato che la società era intestata a un prestanome, un cittadino rumeno, che sulla carta avrebbe dovuto fornire personale specializzato per i lavori richiesti.
Un lavoro ovviamente mai effettuato, che serviva solo ad emettere fatture false per le prestazioni di manodopera. Le quali, nel biennio 2017-2018, hanno superato i tre milioni di euro.
Le accuse per gli indagati
Gli 8 indagati ora dovranno rispondere a vario titolo di reati fiscali, riciclaggio e interposizione fraudolenta di manodopera.
Secondo gli agenti delle Fiamme gialle l’ideatore del meccanismo è un friulano, che aveva creato la società usando un prestanome romeno come titolare della ditta. A lui, che ha tentato di portare all’estero una parte dei soldi illecitamente racimolati, viene anche contestato il reato di riciclaggio.
Insieme alla “mente”, le accuse hanno raggiunto l’uomo incaricato delle effettive operazioni della società, un gallurese, oltre ai titolari che si sono succeduti negli anni nelle tre società di Treviso che hanno beneficiato dei “servizi” della finta società.