Esplosione, svolta nelle indagini: la confessione di Vincenti
Fermato Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina esplosa. L'uomo ha confessato
Svolta nelle indagini per l’omicidio dei tre vigili del fuoco morti nell’esplosione di Quargnento, in provincia di Alessandria. Secondo quanto riferisce l’Ansa, i carabinieri nella notte hanno eseguito un fermo nei confronti di Giovanni Vincenti, il proprietario 55enne della cascina esplosa. L’uomo è accusato di omicidio volontario plurimo, disastro doloso e lesioni per l’esplosione che ha distrutto l’edificio la notte tra il 4 e il 5 novembre.
Vincenti, ascoltato nuovamente nella notte nella caserma dei carabinieri, ha confessato, negando però l’intenzione di volere uccidere. Lo ha reso noto il procuratore di Alessandria Enrico Cieri nel corso di una conferenza stampa: la confessione di Vincenti è stata “precisa, esaustiva, riscontra le evidenze oggettive acquisite in precedenza”.
Nel pomeriggio di oggi, sabato 9 novembre, è in programma nel carcere di Alessandria l’udienza di convalida del fermo di Giovanni Vincenti.
L’avvocato Laura Mazzolini, che col collega Vittorio Spallasso difende l’uomo, ha detto in alcune dichiarazioni riportate da ‘Ansa’: “È molto provato, completamente distrutto, non si dà pace perché non era sua intenzione di uccidere”.
L’avvocato Laura Mazzolini, assieme al collega Gullo del Foro di Milano, assiste anche la moglie di Vincenti, indagata a piede libero nell’inchiesta coordinata dalla procura di Alessandria.
La ricostruzione della tragedia
Secondo quanto dichiarato dal pm Cieri in conferenza stampa, dietro l’esplosione che ha provocato la morte dei tre pompieri c’è una tentata frode all’assicurazione. Indagata a piede libero anche la moglie di Vincenti.
La coppia era fortemente indebitata. “Lo scorso agosto l’assicurazione dell’edificio era stata estesa al fatto doloso. Il premio massimale era di un milione e mezzo di euro”, ha rivelato il magistrato.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la tragedia è stata provocata da un errore nella programmazione del timer collegato alle bombole del gas. L’esplosione doveva essere una sola.
“Il timer era stato settato all’1.30 ma accidentalmente c’era anche un settaggio alla mezzanotte. Questo ha portato alla prima modesta esplosione che, ahimè, ha allertato i vigili del fuoco”, ha spiegato Cieri.
Il pm ha affermato che Vincenti avrebbe potuto evitare la morte dei tre pompieri: quella notte era stato informato da un carabiniere che il primo incendio era quasi domato. L’uomo però non ha detto nulla sulle bombole che sono esplose poco dopo.
“Vincenti non ha detto che all’interno della casa c’erano altre cinque bombole che continuavano a far fuoriuscire gas. Era intorno all’una, ci sarebbe stata mezz’ora di tempo per evitare la tragedia”, ha spiegato il magistrato. Il proprietario della cascina ha sostenuto di non averlo detto perché “sconvolto per un gesto andato al di là delle intenzioni”.
È stato il ritrovamento, sul comò della camera da letto, del libretto di istruzioni del timer usato per innescare le bombole a far crollare l’uomo e a indurlo a confessare davanti ai carabinieri e al magistrato.
La svolta dopo i funerali dei tre vigili del fuoco
La svolta nelle indagini è arrivata a poche ore dai funerali solenni di Antonio Candido, Marco Triches e Matteo Gastaldo nella cattedrale dei Santi Pietro e Marco di Alessandria, alla presenza tra gli altri del premier Giuseppe Conte, del presidente della Camera Roberto Fico e del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
“Dovete beccarli, dovete fare di tutto per beccarli”, è stato l’appello che i parenti delle tre vittime hanno rivolto nell’occasione al presidente del Consiglio. “Bisogna capire perché e chi ha fatto questo”, è l’invito pressante del comandante provinciale dei vigili del fuoco, Roberto Marchioni, nell’esprimere la “rabbia” dei pompieri di fronte a questa tragedia.
Le reazioni
“Il risultato operativo c’è stato, ma purtroppo i nostri ragazzi non ci sono più”. Questo il primo commento rilasciato all’Ansa dei vigili del fuoco di Alessandria sugli sviluppi dell’inchiesta sull’esplosione di Quargnento in cui sono morti tre loro colleghi.
Non c’è nulla da commentare, quello che è accaduto è allucinante, assurdo, atroce”. Così Nicoletta Albano, vicesindaco di Gavi, paese natale di Matteo Gastaldo, uno delle tre vittime dell’esplosione. “Come amministrazione comunale posso solo ribadire tutta la nostra vicinanza ai famigliari, oltre a un plauso alla magistratura, che so essere ancora al lavoro”.