Elezioni Francia, cosa accade se Le Pen vince contro Macron: dal rischio Frexit ai rapporti con la Russia
Un successo di Marine Le Pen potrebbe cambiare le relazioni con Bruxelles e Roma, la conferma di Emmanuel Macron imporrebbe una riflessione sulla Nato
Dai rapporti con l’Unione europea a quelli con l’Italia, passando per le relazioni con la Russia, sono molti i temi sui quali Emmanuel Macron e Marine Le Pen hanno posizioni differenti e che potrebbero condizionare i futuri rapporti in caso di cambia della guardia all’Eliseo. Gli scenari in caso di vittoria dell’uno o dell’altra.
- Le Pen, la destra francese e l’antieuropeismo: il rischio “Frexit”
- Le Pen e i rapporti consolidati con Mosca: come cambierebbero dopo se vincesse le elezioni in Francia
- Il peso della guerra in Ucraina: che posizione assumerebbe la Francia con Le Pen
- Il futuro della Nato e l’idea di difesa francese: le posizioni di Macron e Le Pen
- Che fine farà il patto Roma-Parigi di Draghi e Macron?
Le Pen, la destra francese e l’antieuropeismo: il rischio “Frexit”
I rapporti tra Parigi e Bruxelles potrebbero cambiare a seconda dell’esito del ballottaggio? In molti lo temono, soprattutto per le posizioni di Marine Le Pen in tema di europeismo, espresse soprattutto in passato.
La leader di Rassemblement National non ha mai fatto mistero del proprio euroscetticismo, tanto che anche in campagna elettorale ha promesso di tagliare i contributi al bilancio dell’Unione europea, già inferiori all’1,4% del Pil nazionale, creando tensione con Bruxelles e spingendo a parlare del rischio di Frexit, sulla scia della già avvenuta Brexit.
Uno scenario che invece non si verificherebbe in caso di conferma di Macron, al momento alla guida dell’Unione europea come presidente di turno.
Le Pen e i rapporti consolidati con Mosca: come cambierebbero dopo se vincesse le elezioni in Francia
Le relazioni tra Parigi e Mosca sono state al centro non solo della campagna elettorale, ma anche del duello in tv tra i due candidati, con Macron che ha accusato Le Pen di “dipendere dal potere russo” e di essere stata “tra le prime parlamentari a riconoscere il risultato dell’annessione della Crimea dalla Russia”.
Proprio il leader di En Marche ha sottolineato i legami col Cremlino, affermando: “Così è stato, e lo dico con molta gravità, perché lei è dipendente dal potere russo e dal signor Putin. Qualche mese dopo aver contrattato un prestito nel 2015 presso una banca russa vicina al potere, poi avete rinegoziato questo prestito con altri attori coinvolti nella guerra in Siria”, ha affermato Macron, aggiungendo: “I suoi interessi sono legati a quelli della Russia”.
Dura la risposta di Le Pen: “Se sono stata costretta ad andare a fare un prestito all’estero è perché nessuna banca francese ha accettato di concedermelo. Sono una donna assolutamente libera”.
Il peso della guerra in Ucraina: che posizione assumerebbe la Francia con Le Pen
Il conflitto in Ucraina ha costretto tutti i Paesi europei, Francia compresa, a prendere posizione. Le Pen è stata accusata di essere “ambigua” dal suo avversario, Macron: “Il ruolo della Francia e dell’Ue è quello di supportare Kiev (…). Il ruolo della Francia è di sostenere gli ucraini con le armi, finanziariamente, con l’accoglienza: oggi è necessario mantenere e aumentare questa linea, stando attenti a che il conflitto non possa estendersi”.
Le Pen, invece, pur manifestando “solidarietà assoluta al popolo ucraino” e chiarendo che “l’aggressione russa è inammissibile“, è contraria alle sanzioni contro Mosca: “Non penso sia un buon metodo, non farà male alla Russia che venderà ad altri Paesi mentre farà molto male alla Francia”.
Il futuro della Nato e l’idea di difesa francese: le posizioni di Macron e Le Pen
I rapporti con la Nato restano, intanto, sotto i riflettori. Indipendentemente da chi vincerà il 24 aprile, la Francia è l’unico Paese occidentale di un certo rilievo mondiale che negli anni ’60 ha preso le distanze dall’Alleanza atlantica, sotto la presidenza di Charles De Gaulle, ma ancora oggi Oltralpe c’è una certa riserva nei confronti dell’atlantismo radicale.
Su Marine Le Pen pesano le accuse di essere troppo “putiniana”, con un paradosso che però non è solo francese: proprio le forze di estrema destra, soprattutto oggi, sembrano più vicine a Mosca, come dimostra il fatto che l’Ungheria di Orbàn (riconfermato leader il 3 aprile scorso) è l’unica in Europa ad aver votato contro le sanzioni alla Russia.
D’altro canto, lo stesso Emmanuel Macron ha dato un forte impulso alla creazione di una difesa europea tramite la cosiddetta ‘Bussola strategica’, affermando poi chiaramente: “L’Europa è importante, poiché è una Europa con un sistema difensivo forte, per questo ha rafforzato il bilancio della Difesa: l’obiettivo è farne una potenza di equilibrio, perché non siano i vassalli di nessuno”, ha spiegato Macron.
Che fine farà il patto Roma-Parigi di Draghi e Macron?
Infine, un cambio della guardia all’Eliseo avrebbe ripercussioni anche nei rapporti con Roma. Tra Francia e Italia negli ultimi mesi si è assistito a un forte riavvicinamento, culminato con la firma del Trattato del Quirinale, a novembre 2021, alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella, del premier Mario Draghi e del presidente francese Emmanuel Macron, ricevuto al Colle.
Il documento, chiamato ‘Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata‘ rappresenta un patto di reciproca consultazione tra Italia e Francia nei settori di politica estera ed europea, politiche di difesa e sicurezza, immigrazione, economia, istruzione e cultura, cooperazione transfrontaliera.
Con la riconferma di Macron non ci sarebbe motivo di rivederlo, ma cosa succederebbe in caso di vittoria di Le Pen? La leader di Rassemblement National è noto che nel tempo ha intrecciato rapporti soprattutto con il segretario della Lega, Matteo Salvini, con cui ha condiviso linee meno europeiste e meno atlantiste rispetto a quelle di Mario Draghi. Con Giorgia Meloni, invece, rimarrebbe maggiore vicinanza per questo riguarda le politiche migratorie.