Elezioni comunali 2023 in 793 città: le date delle amministrative, come si vota e cosa portare al seggio
Per le elezioni comunali del 2023 si vota in 793 città, ma in date diverse. Quando si vota, cosa portare al seggio e cosa scrivere sulla tessera
Seggi aperte in 595 comuni italiani per le elezioni comunali 2023. Alle urne vanno 4,5 milioni di elettori, chiamati ad eleggere sindaci e consiglieri comunali. Nella maggior parte delle città, gli elettori potranno votare dalle 7 alle 23 di oggi domenica 14 maggio e dalle 7 alle 15 di lunedì 15 maggio. Fanno eccezione Trentino e Valle d’Aosta, il 21 maggio e Sicilia e Sardegna il 28 e 29 maggio. Tutte le informazioni per prepararsi al voto.
Dove e quando si vota
Come indicato dal ministero dell’Interno, in totale sono 793 le città al voto, di cui 165 a statuto speciale. Tra i comuni al voto ci sono 17 capoluoghi di provincia e 1 capoluogo di Regione, Ancona. I principali comuni al voto sono:
Ancona
Brescia
Brindisi
Catania
Imperia
Latina
Massa
Pisa
Ragusa
Siena
Siracusa
Sondrio
Teramo
Terni
Trapani
Treviso
Vicenza
Per la maggior parte di questi comuni, quindi, le elezioni avverranno dalle 7 alle 23 di domenica 14 maggio e dalle 7 alle 15 di lunedì 15 maggio. Le date per il turno di ballottaggio, se necessario, sono fissate al 28 e 29 maggio.
Il Trentino e la Valle d’Aosta, che votano il 21 maggio, avranno il ballottaggio il 4 giugno.
Per le città della Sardegna e della Sicilia, si voterà il 28 e 29 maggio 2023. In questo caso, un eventuale ballottaggio avverrà l’11 e il 12 giugno.
In alcuni comuni del Friuli-Venezia Giulia, il voto è già avvenuto in concomitanza con le elezioni regionali del 2 e 3 aprile 2023.
Come funziona il voto
La legge elettorale per le elezioni amministrative prevede 2 diverse modalità di voto. Per le città al di sotto dei 15mila abitanti si applica il turno unico maggioritario: ottiene la carica di sindaco chi riceve il maggior numero di voti, quindi almeno 1 in più degli avversari.
Il ballottaggio non avviene, se non in caso di parità assoluta.
Nei comuni sotto i 15mila abitanti, non è possibile esprimere un voto disgiunto, quindi votare per un candidato sindaco e per un consigliere che appartengono a liste diverse.
Sulla scheda elettorale si può tracciare una sola X sul nome del candidato scelto o sul simbolo della lista elettorale o per il consigliere comunale.
Nel caso dei comuni al di sopra del 15mila abitanti, invece, il sindaco può essere eletto al primo turno se ottiene la maggioranza assoluta dei voti, cioè il 50% più uno di tutte le persone che sono andate a votare.
Viceversa, si va al secondo turno, quello del ballottaggio, in cui si sfidano i 2 candidati che hanno ottenuto più voti.
Nei comuni con più di 15mila abitanti, è permesso il voto disgiunto. Sulla scheda elettorale si può, quindi, tracciare una X sul nome del candidato sindaco e un’altra X sul simbolo di una lista, anche se non è a lui collegata.
Che documenti servono
L’elettore deve portare ai seggi la propria tessera elettorale e un documento d’identità valido.
Tra questi rientrano: la carta d’identità, la patente di guida, il passaporto, il libretto di pensione, la tessera di riconoscimento rilasciata da un ordine professionale e quella rilasciata dall’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia, se convalidata da un Comando militare.
Il proprio seggio e la sezione di appartenenza è riportato sulla tessera elettorale, in cui si trovano il numero, la sede della sezione, il collegio e la circoscrizione.