È morto il serial killer Wolfgang Abel, insieme a Marco Furlan firmò i delitti di Ludwig: era in coma
A 65 anni è morto il serial killer Wolfgang Abel: per la magistratura si nascondeva dietro i delitti di Ludwig insieme a Marco Furlan
A 65 anni è morto Wolfgang Abel, il noto serial killer che firmò i delitti di Ludwig insieme a Marco Furlan. Abel era in coma dal 2021, quando a causa di un malore era caduto all’interno del suo appartamento di Negrar (Verona) procurandosi un trauma cranico. Da quel momento era ricoverato presso il reparto Stati Vegetativi dell’ospedale di Negrar e non ha mai ripreso conoscenza. La morte è precedente al 28 ottobre, giorno in cui è stata battuta la notizia.
È morto Wolfgang Abel
Wolfgang Abel è morto presso l’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona) a 65 anni. La notizia è riportata lunedì 28 ottobre, ma come scrive Corriere della sera il noto serial killer sarebbe deceduto nei giorni precedenti.
Abel si trovava nella sezione Stati Vegetativi da quando il 10 settembre 2021 era stato ricoverato a seguito di una caduta dovuta a un malore che gli aveva procurato un grave trauma cranico che lo aveva ridotto in uno stato comatoso.
Dal 2016 Wolfgang Abel era un uomo libero dopo aver scontato 32 anni di detenzione tra il carcere e il regime domiciliare. Secondo la magistratura, infatti, insieme a Marco Furlan sarebbe stato l’autore di almeno 15 omicidi rivendicati con lettere inquietanti, scritte con caratteri runici e intestate con il simbolo del Terzo Reich.
Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, infatti, tra l’Italia nord-orientale e le città di Monaco di Baviera e Amsterdam morirono 15 persone, i cui omicidi furono rivendicati da “Ludwig”, questa la firma che Abel e Furlan usavano nelle loro missive inviate alle redazioni de Il Gazzettino e Repubblica.
I delitti di Ludwig
Tra il 1977 e il 1984 la coppia criminale Ludwig uccise 15 persone e ne ferì altre 39. Nel mirino di Abel e Furlan c’erano prostitute, omosessuali, senzatetto e tossicodipendenti.
La prima vittima fu il senzatetto Guerrino Spinelli, ucciso a Verona. Abel e Furlan gettarono quattro bottiglie molotov all’interno dell’auto nella quale la vittima riposava. Era il 25 agosto 1977. Il 19 dicembre 1978 a Padova fu ucciso Luciano Stefanato, cameriere omosessuale di 44 anni, con 30 coltellate.
Il 12 dicembre 1979 fu ucciso Claudio Costa, 22 anni, a Venezia. Il 20 dicembre 1980 a Vicenza fu uccisa la prostituta Alice Maria Baretta, colpita a morte con un’ascia e un martello. Il 25 maggio 1981 fu data alle fiamme la torretta di Porta San Giorgio, a Verona, un fabbricato fatiscente ridotto a dormitorio per senzatetto e tossicodipendenti. Nel rogo perse la vita Luca Martinotti, 17 anni.
Il 20 luglio 1982 “Ludwig” uccise a martellate due frati a Vicenza, i padri Gabriele Pigato e Giuseppe Lovato e la furia omicida contro gli uomini in abito talare, “colpevoli” di aiutare i tossicodipendenti, si scagliò contro un altro uomo di chiesa: don Armando Bison, massacrato a morte il 26 febbraio 1983 a Trento.
Terminata la furia contro i singoli, “Ludwig” puntò alle stragi: il 14 maggio 1983 un incendio al cinema Eros di Milano uccise 6 persone; il 16 dicembre dello stesso anno 13 persone morirono nel rogo del sex club Casa Rosso di Amsterdam. “Ludwig” rivendicò quest’ultimo attentato in una lettera, ma la strage fu attribuita a Joseph Lan, che fu condannato a 12 anni di prigione.
Ancora, l’8 gennaio 1984 nell’incendio della discoteca Liverpool di Monaco di Baviera morì la cameriera italiana Corinne Tartarotti. Il 4 marzo 1984 il passo falso: Abel e Furlan furono sorpresi mentre, travestiti da Pierrot, tentavano di dare fuoco alla discoteca Melamara di Castiglione delle Stiviere (Mantova). Placcati dal personale della sicurezza, furono infine arrestati.
Per Wolfgang Abel, il tentato rogo a Castiglione delle Stiviere era stato “un atto di vandalismo, maturato in un ambiente giovanile. Una reazione deleteria. Mi vergogno di quello che ho fatto, ma le stragi sono un’altra cosa. È stato un gesto inconsulto, di cui mi prendo la responsabilità. Ma con Ludwig io non c’entro niente. Io non sono Ludwig. Né io né Marco Furlan”. Per l’intera vita, infatti, Abel si è sempre professato innocente.
Le lettere dei serial killer
Come già detto, “Ludwig” rivendicava i propri delitti con lettere inviate alle redazioni dei giornali. La carta intestata era sormontata dal simbolo del Terzo Reich e le missive si concludevano con le parole: “Gott mitt uns”, “Dio è con noi”, un motto che il Reich nazista aveva mutuato dall’Ordine Teutonico.
La prima lettera arrivò al Gazzettino il 25 novembre 1980, dopo i primi tre delitti. Il messaggio più inquietante e più noto, tuttavia, arrivò alla redazione di Repubblica nel 1981:
La nostra fede è nazismo,
la nostra giustizia è morte,
la nostra democrazia è sterminio.
I delitti di Ludwig occupano le più importanti pagine della cronaca nera italiana insieme ai misteri del mostro di Firenze, oltre agli omicidi di Gianfranco Stevanin, Donato Bilancia, Roberto Succo e tanti altri.