Dipendenti truffavano Leroy Merlin per milioni, rivendevano sottobanco prodotti con complici: le indagini
Scoperta maxi truffa ai danni di Leroy Merlin. Dalle indagini emerge che alcuni dipendenti hanno rubato e rivenduto elettrodomestici del negozio
Un complesso sistema di frode ha permesso ad alcuni dipendenti del colosso del bricolage Leroy Merlin di sottrarre merce per un valore di oltre un milione di euro. L’attività illecita, durata quasi due anni, coinvolgeva complici esterni e ha destato sospetti solo a seguito delle indagini dei carabinieri, già in corso nel 2023.
La truffa a Leroy Merlin
Il piano prevedeva la sottrazione di prodotti dai magazzini del centro commerciale “Da Vinci” di Fiumicino, dove si trova una delle sedi di Leroy Merlin.
Approfittando dell’orario di apertura al pubblico, i dipendenti consegnavano elettrodomestici e utensili professionali rubati ai loro complici.
L’attività illecita, iniziata nel 2022, ha portato a una perdita di circa 800.000 euro in un anno e altri 400.000 l’anno successivo. Per lungo tempo, il sistema non ha destato sospetti, rendendo particolarmente difficile la scoperta del crimine.
La vendita sottobanco
Gli articoli rubati, tra cui condizionatori d’aria e altri apparecchi costosi, venivano rivenduti a prezzi molto inferiori rispetto a quelli di mercato.
I beneficiari, in alcuni casi, erano privati che dovevano ristrutturare casa, mentre in altri casi erano dipendenti di altre aziende.
Grazie alla confusione creata tra veri clienti e complici, gli autori della truffa riuscivano a far passare inosservati gli scambi illeciti. Una pratica che non è nuova e che è stata messa in pratica in diversi store di marchi differenti nel corso del tempo. L’ultima, in ordine cronologico, è toccata a Leroy Merlin.
Le indagini
L’operazione è stata scoperta grazie alle indagini condotte dai carabinieri della compagnia Aeroporti, sotto il coordinamento della Procura di Civitavecchia.
Due addetti alla sicurezza, Lukov Dimitar Gluharov e Simone Carmosino, sono stati colpiti da misure cautelari. Uno è agli arresti domiciliari, mentre l’altro ha il divieto di dimora a Fiumicino.
Le protagoniste della scoperta dell’illecito sono le telecamere di sorveglianza che hanno permesso di identificare i colpevoli e di coglierli sul fatto. Ora le indagini proseguono per individuare gli altri complici coinvolti nella maxi truffa all’azienda.