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CRONACA ESTERA

Digiuno a oltranza per vedere Gesù: setta religiosa fa strage di fedeli, decine i morti

Il suicidio di massa dei fedeli della setta del “sacerdote” Paul Mackenzie Nthenge ha sconvolto il Kenya. Ritrovate 14 fosse comuni, decine i morti

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Ubaldo Argenio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cultura, sport e cronaca, scrive anche di attualità, politica e spettacolo. Laureato in Scienze della Comunicazione, inizia a collaborare con testate locali di Benevento per poi passare a testate nazionali, per le quali si è occupato principalmente di approfondimenti sportivi e culturali. Lavora anche come editor.

L’incredibile notizie del suicidio di massa dei membri della setta del predicatore Paul Mackenzie Nthenge ha sconvolto il Kenya. La polizia ha per ora ritrovato 14 fosse comune, con decine di corpi di fedeli che si sono lasciati morire di fame per poter vedere Gesù. Oltre un centinaio le persone ancora disperse.

Il suicidio di massa in Kenya

Una enorme zona boschiva, nel fitto della foresta di Shakaola, nell’entroterra di Malindi, città costiera del Kenya. Qui la polizia ha ritrovato (per ora) ben quattordici fosse comuni, che contenevano decine di corpi, circa novanta.

Le persone ritrovate senza vita, uomini, donne e bambini, facevano parte di una setta religiosa che faceva capo a Paul Mackenzie Nthenge, sedicente pastore che è riuscito a convincere i suoi seguaci a digiunare fino alla morte per poter “incontrare Gesù”.

Persone al lavoro per riesumare i corpi da una delle numerose fosse comuni ritrovate nella foresta di Shakaola

Il predicatore è stato arrestato lo scorso 15 aprile, dopo la scoperta di quattro corpi di persone morte di fame, ma nessuno poteva immaginare la reale portata di quello che si prefigura come un vero e proprio suicidio di massa.

La scoperta delle fosse comuni

È stato Hussein Khalid, direttore dell’organizzazione per i diritti umani HAKI-Africa, a portare le autorità locali nell’area dove, secondo i racconti di alcune persone del posto, si trovavano i luoghi di sepoltura dei membri della setta.

Lì gli agenti hanno trovato quattordici cumuli di terra fresca sormontati da crocifissi, che solo con l’arrivo degli esperti forensi sono stati toccati per rivelarne almeno in parte il contenuto.

Inizialmente si era pensato a una decina di vittime, ma con il passare del tempo il numero dei morti legati alla Good News International Church è cresciuto vertiginosamente. Al momento si contano circa novanta corpi, ma secondo la Croce Rossa oltre un centinaio di persone risultano disperse, e c’è il timore che le fosse comuni potrebbero essere circa una sessantina.

Lo shock di una Nazione

Nonostante il Kenya sia un Paese estremamente religioso, con l’85% della popolazione che si identifica come cristiana, in molti si chiedono come sia stato possibile riuscire a convincere decine di persone a lasciarsi morire di fame.

Il presidente William Ruto, anche lui molto devoto, si è rifiutato di parlare di “religione” in merito a quanto accaduto. “Quello che stiamo vedendo a Shakahola è un parente del terrorismo. Non c’è differenza tra il signor Mackenzie, che finge e si atteggia a pastore quando in realtà è un terribile criminale, e i terroristi usano la religione per portare avanti i loro atti atroci”.

“Persone come Mackenzie non appartengono a nessuna religione, appartengono alla prigione ed è lì che dovrebbero essere” ha concluso il presidente.

Fonte foto: ANSA

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