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Boris Johnson si dimette, ma a "metà": cosa è successo e chi sono i possibili successori

Boris Johnson verso le dimissioni. Dopo la fuoriuscita di 40 ministri, il premir britannico costretto a lasciare: chi può sostituirlo

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato: Aggiornato:

Boris Johnson e il governo  britannico in caduta libera. Nella giornata di martedì 5 luglio si è registrata una raffica di dimissioni con 40 ministri che hanno gettato la spugna. In ultimo, la mattina di giovedì 7 luglio anche il responsabile del dicastero per l’Irlanda del Nord Brandon Lewis ha rinunciato all’incarico. Così il primo ministro non ha potuto fare altro che rassegnare le dimissioni.

Boris Johnson e le dimissioni a metà

Johnson ha confermato che si piegherà alle pressioni del suo partito. Dunque lascia l’incarico di leader dei conservatori e di premier. Tuttavia, si tratta di dimissioni a metà visto che ha intenzione di restare alla guida del governo fino all’insediamento del suo successore, che, con ogni probabilità, non avverrà prima dell’autunno. Una decisione supportata dalla mossa di nominare, lungo la mattinata del 7 luglio, una raffica di nuovi ministri in sostituzione di quelli che se ne sono andati nelle scorse ore.

Il piano di Johnson potrebbe però naufragare rapidamente in quanto una schiera di conservatori hanno già fatto sapere che l’idea del premier di restare ad interim a Downing Street non è sostenibile. In particolare gli si chiede di far spazio a un primo ministro provvisorio – ad esempio il vice Dominic Raab – che faccia ponte fino alla nomina di un nuovo leader.

Boris Johnson: “Sono triste”

“Sono triste a dover lasciare il lavoro più bello del mondo”, ha spiegato Johnson, definendo “eccentrica” la decisione di cambiare guida al paese in questo momento. Quindi ha ricordato di aver avuto la più grande maggioranza dai tempi di Margareth Thatcher, ma che ha dovuto gettare la spugna a quello che ha etichettato come “istinto di gregge” del gruppo parlamentare conservatore.

Perché Boris Johnson si dimette

Sono almeno 40 i ministri che hanno deciso di abbandonare l’incarico. La scelta ha letteralmente minato l’equilibrio del governo Johnson. A far inabissare ulteriormente l’esecutivo è stato lo scandalo a sfondo sessuale legato a Chris Pincher, membro dei Tory che è stato accusato di aver palpeggiato due uomini mentre si trovava in un club privato per gentlemen a Londra.

Ancora, c’è lo scandalo party-gate che ha visto Boris Johnson partecipare a feste insieme ad altri membri del governo mentre il Regno Unito era costretto al lockdown per contenere il Covid-19.

Per questo negli ultimi giorni si è registrata un’emorragia di ministri.

Le pressioni su Boris Johnson: “Si dimetta”

Nella serata di mercoledì 6 luglio una delegazione di ministri si era presentata al numero 10 di Downing Street per chiedere a Boris Johnson di dimettersi.

Tra di loro sono volate teste: Johnson, infatti, ha licenziato Michael Gove per “punirlo” per aver tentato di convincerlo a lasciare. A fare pressione sul premier britannico è stato anche il Procuratore Generale Suella Braverman.

Boris Johnson verso le dimissioni

I possibili successori, da Suella Braverman a Nadhim Zahawi

Lo fa, Braverman, attraverso le telecamere di Robert Peston di ITV al quale denuncia uno “schiacciante senso di disperazione” tra i parlamentari.

Per questo dichiara: “Se c’è una gara di leadership, metterò il mio nome sul ring. Amo questo Paese. I miei genitori sono venuti qui senza assolutamente nulla ed è stata la Gran Bretagna che ha dato loro speranza, sicurezza e opportunità e mi ha offerto incredibili opportunità nell’istruzione e nella mia carriera”.

È tutto? No, perché un altro nome si aggiunge alla lista dei possibili successori di Boris Johnson. Oltre alla Braverman c’è anche Nadhim Zahawi, nominato cancelliere da BoJo solamente martedì 5 luglio.

Zahawi è arrivato in Inghilterra dall’Iraq quando aveva 9 anni, in fuga con la sua famiglia dal regime di Saddam Hussein. Durante il mandato di BoJo si è fatto onore come ministro delle vaccinazioni durante la pandemia, per questo dal premier aveva ottenuto l’upgrade all’Educazione e ora, in ultima battuta, è stato nominato Cancelliere.

Fonte foto: ANSA

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