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Crescono i tassi sui mutui: conseguenze degli aumenti per i giovani e le imprese, i consigli dell'esperta

I nuovi rialzi sui mutui scoraggiano le coppie sotto i 40 anni nell’acquisto della casa, ma hanno conseguenze anche sulle imprese

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Eleonora Lorusso

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2001, ha esperienze in radio, tv, giornali e periodici nazionali. Conduce l’annuale Festival internazionale della Geopolitica europea. Su Virgilio Notizie si occupa di approfondimenti e interviste, in particolare su Salute, Esteri e Politica.

Nonostante la decisione della Banca centrale europea (Bce) di non procedere con nuovi rialzi nel prezzo del denaro, per i prossimi due trimestri, la situazione resta preoccupante. I recenti aumenti hanno portato il costo del denaro al 4%, che non aiuta né famiglie né imprese nelle richieste di finanziamenti e mutui. La situazione spiegata, ai microfoni di Virgilio Notizie, dall’avvocato Raffaella Grisafi, vicepresidente uscente dell’associazione consumatori Konsumer Italia.

La situazione dei tassi dei mutui

La conferma è arrivata dal rapporto mensile dell’Associazione bancaria italiana (Abi), che sottolinea come a ottobre i tassi sono saliti al 4,37%, contro il 4,21% di settembre.

In particolare per le nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è al 5,45% (rispetto al 5,35%) mentre il tasso medio sul totale dei prestiti è stato del 4,70%, a settembre era 4,61%.

Il vicedirettore generale vicario Abi, Gianfranco Torriero

Le conseguenze dei tassi in risalita

Il risultato è che la tanto attesa crescita economica stenta.

Rispetto al periodo Covid si registra qualche miglioramento, ma ancora molto inferiore rispetto ai livelli pre-pandemia.

I prestiti quest’anno sono, infatti, diminuiti del 3,6% rispetto al 2022.

Per il vicedirettore generale dell’Abi, Gianfranco Torriero, “anche la Banca d’Italia segnala come le imprese stiano rivedendo i piani di investimenti vista la politica monetaria ella Bce e le prospettive dell’economia”. Ma com’è la situazione per le famiglie?

L’intervista a Raffaella Grisafi

“I dati resi pubblici dagli organi di stampa parlano di un saldo negativo per le famiglie di ben 7 miliardi. Questo significa una caduta dei prestiti personali di oltre 13 miliardi ed un calo di circa il 40% nelle erogazioni dei mutui per acquisto casa”, premette a Virgilio Notizie l’avvocato Raffaella Grisafi.

Dal vostro Osservatorio su imprese e consumi, qual è la difficoltà maggiore?

“Come associazione registriamo una crescente difficoltà a far fronte alle rate bancarie con una sofferenza che arriva al 25% nei primi nove mesi del 2023. È preoccupante il ricorso a forme di pagamento che permettono di posticipare il pagamento, acquistando nell’immediato senza disponibilità: sono utili, infatti, a far fronte ai bisogni, ma rischiano di acutizzare il quadro se non vengono utilizzati con consapevolezza finanziaria”.

Come si traducono questi aumenti per chi ha un mutuo a tasso variabile?

“Secondo un recente rapporto della Banca d’Italia, la rata variabile segna un aumento di circa 245 euro nel Mezzogiorno e 276 euro in Centro-Italia, questo spiega perché alla fine di giugno del 2023 c’è stato un crollo della quota di mutui in essere a tasso variabile, al 36,1% rispetto al tetto raggiunto nel 2014 del 74,3%”.

Insomma, sempre meno utenti vi fanno ricorso. È più conveniente, eventualmente, passare a un tasso fisso? Ma soprattutto è possibile modificare le condizioni?

“La questione è che al momento tutti i tassi sono alti anche quelli fissi quindi la convenienza oltre che rispetto al tasso va calcolata tenendo conto del proprio progetto di finanziamento e del progetto di vita in prospettiva, per capire quale formula può essere più sostenibile. In pratica, una rata più alta con breve durata del finanziamento in vista di impegni futuri oppure una rata più bassa, un piano più lungo e un orizzonte chiaro in grado di considerare anche eventuali variabili. La convenienza ancora una volta è data dal profilo del singolo consumatore”.

Quali sono le strade per cambiare il proprio mutuo, sia in lunghezza, che per quanto riguarda eventualmente l’importo della rata?

“La soluzione più immediata è sicuramente la portabilità, se si vuole migrare verso una banca diversa dalla propria, mentre la rinegoziazione è lo strumento per chi voglia provare a negoziare condizioni migliori con il proprio istituto. In questo secondo caso ci si muove, in generale, nel campo delle ipotesi facoltative, quindi la banca può anche rifiutarsi”.

Per le giovani coppie, intanto, sono arrivate notizie non positive. Nella manovra finanziaria “bollinata”, giunta in Senato, non si prevede il rinnovo dell’esenzione delle imposte di registro, ipotecaria e catastale sull’acquisto, e credito d’imposta sull’Iva se si compra da un’impresa. Chi ha intenzione di andare a rogito, quindi, dovrebbe affrettarsi e concludere la pratica entro il 2023. Cosa cambia?

“Può essere utile verificare la possibilità di fruire di misure di sostegno quale quella operativa dal 30 settembre, che ha prorogato la garanzia all’80% del Fondo prima casa, stabilita dal DL 132 del 29 settembre 2023″.

È confermato, infatti, il Fondo di garanzia statale che garantisce con la banca fino all’80% del mutuo. Ma come si accede, a chi si fa domanda?

“Sì, la domanda per accedere al Fondo con la garanzia dell’80% può essere presentata, salvo ulteriori proroghe, fino al 31 dicembre 2023. La richiesta deve essere inoltrata alle banche o agli intermediari finanziari aderenti all’iniziativa e non direttamente a Consap. Contestualmente alla richiesta di mutuo è comunque necessario presentare, a una delle banche aderenti, il modulo scaricabile dal sito MEF o Consap, e comunque disponibile in banca. A questa documentazione va allegato un documento di identità (o Passaporto unitamente al Permesso di Soggiorno per cittadini stranieri) e la dichiarazione ISEE non superiore a 40.000 euro annui, che è uno dei requisiti”.

Fonte foto: 123RF

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