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Covid, variante Delta ha tre versioni: qual è la più diffusa

La variante Delta ha già tre versioni, una delle quali è più trasmissibile del 60% rispetto alla variante Alfa

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

La variante Delta, precedentemente nota come variante indiana, è una delle cosiddette Voc (Variants of concern), cioè una delle varianti al momento più pericolose per via delle loro caratteristiche. In particolare, contro la Delta i vaccini si sono dimostrati leggermente meno efficaci, soprattutto nel Regno Unito dove è diventata il ceppo dominante e dove la campagna vaccinale ha dato la priorità alla prima somministrazione (meno efficace del ciclo completo) a più persone possibile.

Le tre versioni della variante Delta

Secondo quanto riporta l’Ansa, la variante Delta ha già tre versioni: esse sono indicate con la sigla B.1.617, quella che identifica la “famiglia” della mutazione, seguita da .1, .2 e .3.

La più diffusa tra le tre sarebbe la B.1.617.2, che si ritiene essere più trasmissibile del 60% rispetto alla variante Alfa. La stessa B.1.617.2 ha subito a sua volta una mutazione, nota come B.1.617.2.1 o più semplicemente AY.1.

A identificarla per la prima volta è stato l’Istituto di genomica e biologia integrativa (Igib) del Consiglio nazionale delle ricerche indiano (Csir).

Stando a quanto osservato dai ricercatori dell’Igib, questa variante sarebbe già diffusa in alcuni Paesi e potrebbe essere più resistente ai vaccini e alle terapie basate sugli anticorpi, in virtù di alcune sue insite caratteristiche. In particolare, questo aspetto è accentuato dalla mutazione K417N della proteina spike.

Variante Delta in Italia, il parere di Pregliasco

Quanto è diffusa la variante Delta in Italia? Rappresenta davvero un rischio per noi? A fornire qualche rassicurazione è il virologo Fabrizio Pregliasco in una recente intervista del Corriere della Sera. Per l’esperto, “il fatto che la variante Delta si stia diffondendo anche in Italia in un periodo climatico favorevole sarà però per noi un vantaggio perché correrà più lentamente“.

Sappiamo che “la variante Delta è già in Italia – ha detto Pregliasco – il report dell’Istituto Superiore di Sanità la segnala a meno dell’1%, ma sappiamo che il dato è sottostimato perché sequenziamo ancora poco. Mi aspetto che come è già successo nel Regno Unito e negli Stati Uniti il ceppo Delta diventi presto dominante anche da noi”.

Tuttavia il virologo prevede che “non sarà una nuova ondata, ma un picco di risalita di infezioni lievi o asintomatiche che non porterà però al pesante incremento di ricoveri e decessi che abbiamo già vissuto perché il vaccino funziona anche con la variante Delta, seppur con una leggera perdita di efficacia”.

Fonte foto: ANSA
Variante Delta: i rischi per l'Italia e l'efficacia dei vaccini

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