Covid, vaccino Pfizer: efficacia dopo 6 mesi e terza dose. Gli studi
Nuovi studi hanno esaminato l'efficacia del vaccino di Pfizer dopo 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale, e quella di un'eventuale terza dose
Con la campagna vaccinale messa alla prova dalla variante Delta e le proteste no-vax, c’è un altro aspetto che la comunità scientifica sta tenendo sotto controllo: la durata dell’efficacia dei vaccini nel prevenire infezioni, forme gravi della malattia e decessi. L’ultimo studio supportato dalle aziende Pfizer e BioNTech, pubblicato sul sito medRxiv in preprint, cioè non ancora sottoposto a revisione paritaria, ha analizzato l’efficacia del vaccino di Pfizer dopo 6 mesi dal completamento del ciclo.
Vaccino Pfizer, l’efficacia dopo due, quattro e sei mesi
Secondo i dati dello studio, tra sette giorni e due mesi dopo la seconda dose, l’efficacia del vaccino contro il Covid-19 era del 96,2%; tra i due e i quattro mesi successivi, l’efficacia è calata al 90,1%; mentre da quattro a sei mesi dopo il completamento del ciclo vaccinale, l’efficacia è dell’83,7%.
Nel report si legge: “L’efficacia ha raggiunto il picco del 96,2% durante l’intervallo da 7 giorni a 2 mesi dopo la seconda dose, ed è diminuita gradualmente all’83,7% da 4 mesi dopo la seconda dose al cut-off dei dati, un calo medio del ~6%
ogni 2 mesi. È necessario un follow-up continuo per comprendere la persistenza dell’effetto del vaccino nel tempo, la necessità di una dose di richiamo e la tempistica di tale dose”.
Nonostante il calo di efficacia nei confronti dell’infezione, resta invece stabile e alta l’efficacia dei vaccini contro le forme gravi della malattia e conseguenti decessi: la protezione fornita è del 97%.
Il limite rappresentato da questo studio è che le osservazioni sono state fatte mentre la variante Delta, quella che sembra eludere più facilmente le difese dei vaccini attualmente somministrati, era ancora poco diffusa. Ma certo è che questi risultati lasciano ben sperare sull’efficacia contro le forme gravi e i decessi.
Vaccino Pfizer, l’efficacia della terza dose
Proprio in merito all’ipotesi di una terza dose, la stessa Pfizer ha condiviso i dati finanziari relativi al secondo trimestre 2021, a margine dei quali ha specificato che “i titoli anticorpali post terza dose contro la variante Delta sono 5 volte maggiori rispetto ai titoli post seconda dose nella fascia d’età 18-55 anni, e 11 volte maggiori rispetto ai titoli post seconda dose nella fascia 65-85 anni”.
La terza dose di richiamo quindi incrementerebbe ancora di più la quantità di titoli di anticorpi neutralizzanti contro la variante Delta. Al momento, però, la terza dose resta ancora un’ipotesi, plausibile perlopiù per persone anziane e immunodepresse.