Obbligo vaccinale, i dubbi di Crisanti: "Riserve di carattere tecnico"
Il direttore del dipartimento di microbiologia dell'Università di Padova professa cautela sull'obbligo vaccinale
Il tema dell‘obbligo vaccinale contro il Covid-19 entra nel vivo del dibattito di esperti e politici, tra chi lo respinge e chi lo ritiene necessario. Ma su una questione così delicata anche tra i favorevoli c’è chi non esclude dei dubbi, come quelli espressi dal virologo Andrea Crisanti che su Adnkronos ha parlato di “riserve di carattere tecnico”.
Obbligo vaccinale, i dubbi di Crisanti: “Verificare l’efficacia sulle varianti”
Pur essendo uno dei primi sostenitori, soprattutto alla luce dell’approvazione definitiva della Fda del preparato anti-coronavirus di Pfizer, sull’obbligo vaccinale il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova preferisce procedere con i piedi di piombo.
Innanzitutto perché l’autorizzazione definitiva da parte dell’Ente statunitense del farmaco, “non ha nessuna conseguenza locale per l’Europa e per l’Italia, dobbiamo aspettare il pronunciamento degli enti regolatori europei e nazionali e mi aspetto che sia in linea con quanto già fatto dall’ente statunitense” sottolinea il professore.
“Chiaramente un vaccino che non è più autorizzato ma pienamente approvato può essere legittimamente essere reso obbligatorio” precisa ancora il virologo.
“Ma io in questo momento sull’obbligo – non sulla vaccinazione in sé quindi – ho delle riserve di carattere tecnico: mi piacerebbe prima vedere l’efficacia del vaccino attuale contro le varianti. Perché se rendiamo obbligatorio un vaccino di scarsa efficacia facciamo un regalo ai no-vax” è il punto di vista di Crisanti.
Obbligo vaccinale, i dubbi di Crisanti: la durata della protezione
“Prima – spiega ancora – mi piacerebbe dunque verificare la durata della protezione” degli attuali vaccini, “mi piacerebbe verificare se si riescono a identificare dei correlati di protezione, qualcosa di misurabile che ci dice se una persona è protetta o meno, mi piacerebbe verificare che livello di protezione hanno con le varianti.
Perché lo scenario peggiore potrebbe essere che il vaccino è obbligatorio e poi escono fuori persone che si sono vaccinate e magari ce le troviamo in rianimazione. Questo sarebbe un regalo fantastico ai no-vax. La mia unica riserva è questa” ha affermato Crisanti.
“Se invece mi si chiedesse se renderei obbligatorio un vaccino che dà una protezione all’85-90% contro le varianti e che dura più di un anno, la mia risposta sarebbe sì senza esitazione“, conclude.
Green pass, Crisanti sul prolungamento: “Siamo nel campo della creatività”
Sul prolungamento della validità del green pass fino a 12 mesi il virologo infine è netto: “Siamo nel campo della creatività. Sono tutte decisioni senza evidenza scientifica – sostiene. La durata della protezione dei vaccini Covid, “da quello che si vede in Israele dura intorno agli 8-9 mesi”.
“Basti pensare che in Israele si stanno infettando proprio loro, i sanitari” osserva Crisanti. “Del resto il Green pass non è uno strumento di sanità pubblica ma di persuasione a vaccinarsi, che è positivo. Ma non avendo un effetto di sanità pubblica, il fatto che lo prolunghino, e di quanto, è ininfluente“.
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