Covid, Ippolito preoccupato. Si allunga l'ombra del lockdown
Giuseppe Ippolito si dice preoccupato dal nuovo balzo nei contagi. E non esclude misure più stringenti
Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma, ha espresso il suo sconcerto in merito all’impennata di casi di coronavirus registrata l’8 ottobre. Al Corriere della Sera, Ippolito ha affermato: “Non ci aspettavamo i dati di giovedì. Quasi mille in più rispetto al giorno precedente a fronte di 5mila tamponi in più sono tanti”.
Lo spettro del lockdown
L’aumento di contagi non si è tradotto in un sovraccarico sulle strutture sanitarie, fortunatamente, ma Ippolito non ha escluso che questo possa accadere. “Quello che è certo è che non bisogna abbassare il livello di attenzione, anzi dovremmo alzarlo”, ha ribadito.
Quanto all’eventualità di un nuovo lockdown, misura finora adottata soltanto in maniera mirata, Ippolito ha dichiarato: “Se i dati dovessero continuare a crescere potrebbe essere necessario considerare anche la possibilità di misure ulteriori. In attesa del vaccino e di terapie che blocchino la progressione della malattia verso forme severe o critiche, non ci sono altre strade“.
Balzo nei contagi: le cause secondo Ippolito
Ma cosa ha portato a un improvviso balzo di nuovi contagi? Per Ippolito, è dovuto principalmente a tre fattori: aumento degli spostamenti della popolazione, strascichi delle vacanze e movida. “Non bisogna dimenticare che l’aumento dei contagi può anche dipendere ma solo in parte dall’aumento del numero dei tamponi effettuati. Certo la situazione è in rapida evoluzione, il virus circola in maniera sostenuta e i dati di giovedì sono fonte di preoccupazione“.
E se l’incremento di contagi non dipenda dal numero di tamponi effettuati, ma piuttosto il contrario? È questa l’ipotesi portata avanti dal fisico Giorgio Parisi, dell’Università La Sapienza di Roma.
In merito ai 128mila tamponi di ieri – un record assoluto in Italia – ha fatto una riflessione anche il fisico Giorgio Sestili, osservando che è stato il rapporto del 3% tra positivi e tamponi; un dato ritenuto importante, e Sestili ha spiegato perché.
I rischi nelle scuole
Tornando a Ippolito, nell’intervista concessa al Corriere della Sera ha ridimensionato i rischi in ambito scolastico, in quanto “nelle prime due settimane di lezione, tra il 14 e il 26 settembre, i casi di positività sono stati dello 0,05% tra gli insegnanti e dello 0,02% tra gli studenti”. Ma occorre aspettare ancora qualche settimana per capire se questo trend si confermerà.
L’importanza della mascherina
Ippolito ha inoltre ribadito l’importanza della mascherina, e la sua efficacia nel proteggere dal contagio: “Questo virus si diffonde per via aerea tramite il respiro e le secrezioni salivari. Tenere una distanza di sicurezza e limitare la ‘gittata’ del nostro respiro coprendo le vie respiratorie riduce in maniera drastica la possibilità di infettarci e di infettare il nostro prossimo. Il resto lo fa l’igiene delle mani, che elimina i virus che potremmo portare alle mucose nasali o della bocca dopo il contatto con superfici contaminate”.