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Covid, bollettino settimanale del 6 gennaio 2023: sale l'incidenza dei casi, tre regioni a rischio alto

Tutti i dati aggiornati dell'ultimo monitoraggio settimanale sul Covid in Italia dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

Nella giornata di venerdì 6 gennaio 2023, l’Istituto Superiore di Sanità e il ministero della Salute hanno reso noti i dati del monitoraggio settimanale della situazione Covid in Italia. Stando alle più recenti rilevazioni e ai sensi del DM del 30 aprile 2020, in Italia ci sono tre Regioni a rischio alto per molteplici allerte di resilienza.

Bollettino Covid, sale l’incidenza dei casi in Italia

Risulta in lieve aumento l’incidenza settimanale dei casi Covid-19 a livello nazionale, che dal 23 al 29 dicembre è aumentata da 207 a 231 casi ogni 100.000 abitanti. Nel periodo compreso fra il 14 e il 27 dicembre è rimasto stabile a 0,83 (range 0,77-0,99) l’indice Rt medio calcolato sui casi sintomatici, al di sotto la soglia epidemica. In lieve aumento è, invece, l’indice di trasmissibilità Rt basato sui casi con ricovero, che dal 20 al 27 dicembre è salito da 0,87 (0,84-0,90) a 0,90 (0,86-0,94).

Ricoveri stabili in terapia intensiva

Il tasso di occupazione nei reparti di terapia intensiva è stabile al 3,2%, secondo la rilevazione giornaliera del ministero della Salute al 5 gennaio, rispetto a quella datata 29 dicembre. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende dal 13,0% rilevato il 29 dicembre al 12,1% (rilevazione giornaliera al 5 gennaio).

Il ministro della Salute Orazio Schillaci.

Tre regioni a rischio alto in Italia

In 9 Regioni italiane il tasso di occupazione dei reparti ordinari da parte di pazienti Covid-19 è superiore, alla data del 5 gennaio, alla soglia di allerta fissata al 15%. Il valore maggiore è in Umbria (28,5%). Seguono Calabria (19,8%), Liguria (19,6%), Friuli Venezia Giulia (18,9%), Abruzzo (16,9%), Emilia Romagna (16,5%), Marche (16,3%), Sicilia (16,1%) e Basilicata (15,2%).

L’occupazione delle terapie intensive è al di sotto della soglia del 10% in tutte le Regioni. Tre Regioni sono classificate a rischio alto ai sensi del DM del 30 aprile 2020: si tratta di Lazio, Puglia e Umbria, tutte e tre per molteplici allerte di resilienza.

Le Regioni a rischio moderato sono passate da 5 a 12 (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Marche, Molise, province autonome di Bolzano e Trento, Sicilia, Sardegna e Veneto), mentre sono 6 le Regioni sono a rischio basso (Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta).

Diciassette Regioni italiane riportano almeno una allerta di resilienza, mentre sono 7, invece, le Regioni che riportano molteplici allerte di resilienza.

Fonte foto: ANSA

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