Coronavirus, tutti hanno paura dell'Italia: il caso Mauritius
Diversi paesi hanno preso delle contromisure per l'arrivo dei turisti italiani e per i viaggi verso l'Italia
Le notizie che trapelano di giorno in giorno dall’Italia non fanno dormire sonni tranquilli ai paesi europei confinanti e non solo. L’aumento dei contagi, arrivati oggi ad oltre 230, preoccupa gli stati membri dell’Unione Europea e tutti quei paesi che da mesi raccolgono prenotazioni di turisti del Bel Paese pronti a godersi una vacanza all’estero. Con l’emergenza da coronavirus, però, diversi sono i paesi che hanno preso dei provvedimenti che lasciano i turisti italiani con l’amaro in bocca.
Ultimo caso, in ordine di tempo, è quanto successo a Mauritius ad una comitiva di italiani. Rimasti bloccati in aeroporto sul velivolo Alitalia, i 40 connazionali sono stati costretti al rimpatrio dopo numerose peripezie. Provenienti da Lombardia e Veneto, i passeggeri italiani si sono trovati davanti ad una scelta: quarantena forzata indicata dalle autorità competenti di Mauritius o rimpatrio immediato.
Il caso, seguito anche dalla Farnesina, ha lasciato tutti stupiti: anche Alitalia, società che ha operato il volo partito da Roma Fiumicino, non era infatti stata avvisata della disposizione in fase di atterraggio. Nessuno dei connazionali a bordo, così come nessun degli altri 300, aveva accusato malesseri o stati febbrili che potessero giustificare il rifiuto allo sbarco.
Il racconto dei rimpatriati
Rientrati in Italia nella notte, i passeggeri hanno mostrato tutta la loro rabbia ai microfoni dell’Ansa: “Siamo sfiniti. Siamo stati circa 30 ore in tutto sull’aereo. È stata una brutta avventura. Non è stato giusto quello che ci è accaduto”.
Un altro passeggero ha raccontato: “È stato un incubo. Sono emotivamente distrutto, arrabbiato; un gran dispiacere. È stata una presa di posizione assolutamente non di buon senso. Vacanza di una settimana buttata alle ortiche per i miei 60 anni, festeggiati praticamente in aereo, con le mie figlie in lacrime che si sono viste portar via un sogno. Un gran danno emotivo”.
“Ho visto scene di pianto, di urla, di disperazione perché non sapevamo che fine avremmo fatto. Devo ringraziare il comandante dell’Alitalia, che ha saputo gestire la situazione, a fronte di una zero ospitalità locale. Non so neanche con chi devo prendermela per quello che è successo. Mi piacerebbe che ora, non so chi, qualcuno facesse un gesto nei nostri confronti. E mi auguro di non perdere i miei soldi, sarebbe una beffa tremenda” ha raccontato ancora il passeggero.
Tra i connazionali in volo anche una piccola di un anno e mezzo: “C’erano bimbi piccoli, una di un anno e mezzo che, povera stella, non aveva neanche i pannolini di ricambio, e che è diventata la mascotte del gruppo”.
Isolati per ore, costretti a sostare in un corridoio d’approccio all’aeroporto senza avere la possibilità di andare in bagno o mangiare qualcosa al bar, la vacanza infranta sarà ricordata a lungo dai 40 italiani: “Solo tempo dopo ci hanno dato dei tramezzini con dell’acqua. Nessuno di noi ha fatto il furbo, facendo finta di non essere di tale provenienza e provando quindi a scendere”.