Coronavirus, Ricciardi contro le Regioni: "Coprifuoco inutile"
Il professore Ricciardi si dice preoccupato per la crescita dei contagi e lamenta il ritardo dei provvedimenti presi dalle Regioni
Il professor Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute e professore di igiene alla Cattolica, non ha mai nascosto il timore di un ritorno alla crescita dei contagi da coronavirus, ed oggi dice, in un’intervista al Messaggero, che in una scala da 1 a 10 il suo “livello di preoccupazione arriva a 9”.
Nella sua analisi della situazione attuale in Italia l’igienista non risparmia le critiche sulla gestione dell’epidemia da parte delle amministrazioni locali: “Molte Regioni non hanno fatto ciò che dovevano fare quest’estate per adeguare il sistema, oggi ne paghiamo le conseguenze. Abbiamo poche settimane per intervenire. Servono chiusure locali, anche regionali, perché il coprifuoco non funziona.”
Secondo il professore della Cattolica gli interventi messi in atto sono arrivati in ritardo al punto di rischiare di risultare inutili e l’unica soluzione rimasta sarebbe quella della creazione di zone rosse locali: “Servono lockdown mirati ad alcune province o anche regioni. In altri termini: se non facciamo tempestivamente chiusure mirate, poi presto saremo costretti a ricorrere a chiusure generalizzate.”
Inoltre, esprime tutta la sua diffidenza sui coprifuoco disposti in tutta Italia: “Guardi, le misure legate agli orari non hanno alcuna evidenza scientifica. Dove sono state applicate, non hanno avuto effetto nel contenimento. La Francia applica il coprifuoco da una settimana, ma l’incremento dei contagi è ancora molto sostenuto. Per questo dico che è più importante intervenire tempestivamente nelle aree dove il virus è fuori controllo.”
Ricciardi rivendica di aver sempre cercato di mantenere alta l’allerta sull’evoluzione dell’epidemia e che le misure anti contagio degli ultimi giorni sono arrivate tardi: “Forse ricorderà – dice al Messaggero – che due settimane fa io avevo detto che con delle contromisure avremmo potuto arginare una epidemia che ci avrebbe portato a 16mila casi al giorno entro Natale. In realtà, i 16 mila casi li abbiamo avuti giovedì. Si tratta chiaramente di un ritmo di crescita insostenibile. Ogni giorno che passa, senza che vengano prese misure molto rigorose, la situazione peggiora. A questo punto non bastano più le misure di contenimento, servono quelle di mitigazione.”
Infine il consigliere del ministro della Salute Speranza, risponde alle considerazioni del virologo Giorgio Palù in merito alla quota di 95% di asintomatici: “Che cosa significa? Se i sintomatici sono il 5 per cento su decine di migliaia di casi positivi, avremo una pressione sugli ospedali di migliaia di pazienti Covid. Si tratta di una sciocchezza.”