Coronavirus, quanto durerà l'epidemia in Italia: lo studio
Una ricerca cinese stima la fine "intorno al 6 agosto"
In Italia è appena partita la Fase 2, quella della convivenza con il virus: ma quanto durerà l’emergenza nel nostro Paese? Secondo uno studio cinese, ripreso dall’Adnkronos, la fine dell’epidemia in Italia dovrebbe arrivare intorno “al 6 agosto“.
La ricerca stima un totale di infezioni in Italia tra 116.114 e 274.378 casi, ed evidenzia come, in base ai dati, l’allentamento delle misure in Italia “sia arrivato troppo presto“: il rischio è che il nostro Paese si trovi ad affrontare “una seconda ondata di casi”.
Lo ha affermato il team diretto da Wangping Jia del Chinese Pla General Hospital di Pechino, che ha confrontato l’epidemia da nuovo coronavirus nella provincia cinese di Hunan con quella esplosa in Italia. Lo studio è stato pubblicato su ‘Frontiers in Medicine’.
Secondo gli esperti, un intervento governativo “tempestivo e rigoroso” è un fattore chiave nel ridurre la diffusione dei casi Covid-19.
“Pensiamo che l’Italia abbia allentato le restrizioni troppo presto”, ha detto Jia. “La potenziale seconda ondata potrebbe arrivare se le restrizioni venissero allentate tre mesi prima” di agosto. “L’Italia non è alla fine del periodo dell’epidemia di Covid-19”, ha sottolineato.
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Se Hunan e Italia sono simili per dimensioni della popolazione, circa 60-70 milioni di abitanti a testa, l’impatto dell’epidemia in queste due aree è stato molto diverso.
Il team di ricerca ha utilizzato i dati del database della John Hopkins raccolti fino al 2 aprile per mappare la tendenza dell’epidemia in Hunan e in Italia.
I ricercatori hanno modificato un modello matematico standard noto come modello suscettibile di infezione (Sir) per tenere conto degli effetti di diverse misure di prevenzione.
Gli autori hanno osservato che “dall’esperienza della Cina, varie misure di controllo, tra cui la diagnosi precoce e l’isolamento di individui con sintomi, le restrizioni dei movimenti, il monitoraggio medico e gli screening in entrata o in uscita, possono impedire efficacemente l’ulteriore diffusione di Covid-19″.
Gli autori ammettono comunque che lo studio ha diversi limiti. È probabile che il numero di persone infette in Italia e altrove sia superiore al conteggio ufficiale.
Inoltre potrebbero esserci altri fattori a influenzare la stima, come ad esempio l’effetto dei ‘super-diffusori‘.
Nonostante ciò, Jia ha affermato che lo studio chiarisce abbondantemente un punto: “Vogliamo sottolineare che un intervento governativo precoce può ridurre notevolmente il numero di casi infetti, come evidenzia il confronto dei trend dell’epidemia in Hunan e in Italia”.