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Coronavirus, la maschera da sub si trasforma in un respiratore

L'idea del dottor Renato Favero ha trovato concretezza grazie a un'azienda di Brescia

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Costruire una maschera respiratoria d’emergenza riadattando una maschera da snorkeling full face già in commercio. Questa è stata l’idea del dottor Renato Favero, ex primario dell’Ospedale di Gardone Val Trompia, in provincia di Brescia, uno dei comuni italiani maggiormente colpito dall’emergenza coronavirus.

Alessandro Romaioli, ingegnere dei materiali di Isinnova (azienda bresciana specializzata in progetti innovativi), ha spiegato al ‘Corriere della Sera’: “Abbiamo analizzato la proposta con il dottore e abbiamo concluso che la maschera Easybreath di Decathlon fosse quella che si prestava meglio alle nostre esigenze, dal momento che è molto diffusa”.

Ancora Romaioli: “Da Decathlon ci hanno detto che ne hanno decine di migliaia a magazzino e ci hanno fornito il disegno CAD del prodotto”.

In 3 ore di lezione, il dottor Renato Favero ha spiegato nei dettagli agli ingegneri di Isinnova come avviene la respirazione all’interno di una maschera C-PAP ospedaliera per la terapia sub-intensiva.

Romaioli ha raccontato: “Abbiamo smontato e studiato una delle maschere per valutare le modifiche da fare. Abbiamo progettato e stampato in 3D i raccordi di collegamento tra la maschera e tubi ospedalieri standard. Abbiamo realizzato dei prodotti in grado di adattarsi alla maggior parte dei tubi usati negli ospedali”.

Alcuni prototipi della maschera Decathlon con i raccordi di Isinnova sono stati testati all’Ospedale di Chiari e la Protezione Civile di Brescia ha già acquistato 500 maschere da Decathlon. “Il progetto funziona” ha detto Romaioli.

Il dispositivo costituisce una soluzione estrema in questo periodo di emergenza coronavirus e non è provvisto di certificazione. Dall’azienda hanno tenuto a sottolineare che, laddove possibile, bisogna preferire le maschere certificate.

Prima di usare la maschera inventata dal dottor Favero e realizzata dagli ingegneri di Isinnova, i pazienti devono firmare una dichiarazione scritta attraverso cui accettano l’utilizzo di un dispositivo biomedicale non certificato.

Fonte foto: Screenshot video Ansa
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