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Coronavirus, isolato il "ceppo milanese": le prossime mosse

All'ospedale San Raffaele di Milano è stato isolato il "ceppo milanese" del coronavirus

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il “ceppo milanese” del coronavirus è stato isolato nel laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, a partire da due pazienti dell’area meneghina con infezione respiratoria acuta, che erano stati ricoverati da sabato 29 febbraio.

Massimo Clementi, ordinario di Microbiologia e Virologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha spiegato in alcune dichiarazioni riportate da ‘Ansa’: “Questo risultato, assieme a quelli ottenuti negli ospedali all’Ospedale Spallanzani di Roma e Sacco di Milano, che auspico vengano gestiti in biobanche disponibili per la ricerca, sarà usato per la valutazione di nuovi farmaci, nuovi immunologici e vaccini, possibili nel giro di mesi”.

Ancora Clementi: “Ciò consentirebbe di non fare lo stesso errore fatto con Sars e Mers, cioè di non pensare che con il calo dei contagi il pericolo sia scampato, e di sviluppare invece farmaci con uno spettro più ampio contro la famiglia dei Coronavirus”.

L’evidenza che questo virus si trasmette molto efficientemente anche in vitro, oltre che in vivo, stando a quanto spiegato da Clementi, “sottolinea che il “virus è molto diffusivo“.

Clementi ha aggiunto: “Da questo risultato emerge che la proteina S, che si trova sulle estremità del coronavirus, ha un’affinità notevole con un recettore presente sulle cellule dell’albero respiratorio, chiamate Ace2. In questo modo il virus riesce a entrare e fonde con quelle cellule. Quanto più è efficiente questo legame, tanto più il virus riesce a penetrare nelle cellule. Trovare anticorpi monoclonali (mirati) significa bloccare il virus nella prima fase dell’infezione”.

In collegamento con ‘Porta a Porta’, Clementi ha poi dichiarato: “Abbiamo isolato diversi virus da diversi pazienti: non è nulla di più e nulla di meno di quanto in altri ospedali è stato fatto. Oggi in parallelo a noi anche il laboratorio di Ancona ha isolato il coronavirus”.

E ancora: “Veniamo da due precedenti epidemie e abbiamo impiegato male questo tempo pensando di cantare vittoria. Avremmo dovuto impiegare il tempo a studiare degli antivirali che possono bloccare dei virus che vengono dagli animali. Vogliamo farlo, riteniamo che non vada aspettata senza armi la prossima epidemia. Ora stiamo facendo diagnostica, cercando di dare un supporto ai nostri clinici. Dalla diagnostica possono esserci dei prodotti che possono essere di aiuto a chi studia i farmaci antivirali. Sarebbe bello se l’Iss facesse una biobanca di tutto il materiale disponibile per poi renderlo alla comunità scientifica”.

Fonte foto: Ansa
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