La previsione sui focolai in Italia: cosa fare secondo Ricciardi
L'esperto affronta anche il tema della riapertura delle frontiere e del controllo degli accessi
“Siamo in una fase prevista e prevedibile, successiva a quella con più contagi. Ci sono e ci saranno focolai limitati ed è fondamentale tenerli sotto controllo appena si presentano per evitare che diventino nuovamente un’epidemia”. Lo ha detto Walter Ricciardi, consulente per le questioni internazionali del ministero alla Salute che rappresenta l’Italia nel consiglio esecutivo dell’Oms, in un’intervista concessa a Repubblica.
I temi toccati sono stati diversi, a cominciare da quello della riapertura delle frontiere.
Ricciardi sulla riapertura dei confini
Secondo Walter Ricciardi “è giusto” riaprire le frontiere “con ponderazione. Non ci sono problemi se si tratta di Paesi che hanno una situazione epidemica simile, e comunque con una circolazione contenuta. Ma è giusto chiudere a quegli Stati che non hanno preso misure tempestive di contenimento, hanno lasciato che la curva epidemica si alzasse e hanno ancora una circolazione del virus di piena intensità”.
Il riferimento è, anche, agli Stati Uniti, rei di aver “lasciato dilagare l’epidemia e in alcuni casi allentato misure di contenimento, peraltro blande, prima che la curva epidemica si appiattisse. Ci sono stati Usa in piena crescita esponenziale dei contagi”.
La Cina, invece, per l’esperto avrebbe adottato “una strategia di contenimento. I dati secondo me sono credibili. Nessuno può essere certo al 100%, ma ora la Cina non avrebbe alcun interesse a truccarli”.
Chiudere le frontiere: per quanto?
La soluzione potrebbe essere la chiusura delle frontiere? E per quanto? L’esperto ha sottolineato che “la curva è bisettimanale, quindi si valuta la situazione di due settimane in due settimane e si possono riconsiderare le decisioni prese, che sono per loro natura dinamiche”.
Per quel che riguarda comunque gli arrivi da Paesi dove la circolazione del coronavirus è quasi esaurita “dobbiamo comunque controllare gli accessi. Si chiude ai Paesi che hanno ancora tanti casi, ma chi proviene dal resto del mondo non deve passare le frontiere senza verifiche”.
Coronavirus: perché adesso i contagiati hanno pochi sintomi
Chi non ha preso misure di contenimento, ha ribadito Ricciardi, “è maggiormente in difficoltà e dal punto di vista economico chi non ha fatto il lockdown ha comunque avuto danni”.
Oggi, però, a preoccupare è anche il fatto che le persone risultate positive abbiano pochi sintomi: “Il decorso clinico è più favorevole intanto perché le positività sono intercettate precocissimamente. E poi i colpiti sono giovani. Il guaio è se queste persone infettano i nonni”.
Infine, un passaggio sulla seconda ondata. Per Ricciardi non ci sarà una nuova esplosione in stile ‘Spagnola‘ perché “la situazione è molto diversa, socialmente ed economicamente. Dobbiamo osservare il distanziamento e le mascherine perché il virus circola ancora. Se poi siamo in grado di tracciarlo, intercettando chi si infetta, non abbiamo davanti scenari apocalittici”.