Coronavirus, cosa si deve fare ora secondo il virologo Burioni

Tra i primi a sostenere con fermezza la necessità di un isolamento forzato per le persone provenienti dalla Cina, il virologo Roberto Burioni è tornato a parlare dopo i numerosi casi di contagi di coronavirus tra Lombardia e Veneto delle ultime ore.

“Mi hanno dato dell’allarmista, addirittura del fascioleghista”, ha raccontato Roberto Burioni sul Corriere della Sera, “perché dall’inizio ho sostenuto che l’isolamento delle persone provenienti dalla Cina fosse l’unico modo efficace per evitare il diffondersi del virus. Sottolineo: persone, non cinesi”.

“Però – ha specificato l’esperto – adesso niente panico e remiamo tutti nella stessa direzione”. Poi l’appello alla responsabilità dei cittadini rispetto ai contagi: “L’Italia può benissimo reagire e contenerli”.

Alla domanda su quale sia il modo migliore per contenere al meglio l’epidemia che sembra ormai iniziata nel Non Italia, Burioni ha spiegato: “In primis bisogna individuare tutte le persone entrate in contatto con questi malati”.

“E sarà meglio – ha precisato – isolarne 20 di più che 20 di meno. Due settimane di quarantena non sono mica 10 anni di carcere duro! Si tratta di un piccolo sacrificio che tutti questi cittadini, ne sono sicuro, sapranno affrontare per il bene pubblico”.

“Lo stesso deve valere, senza alcuna eccezione, per chi viene in Italia dalla Cina facendo scalo in altri aeroporti”, ha aggiunto. “Quarantena per tutti!”.

In conclusione, “davanti a un virus così pericoloso è il momento di non pensare più al profitto individuale o al proprio tornaconto politico”, alludendo alle ultime polemiche tra Salvini, Conte e Renzi.

“Anzi, spero che chi sta cercando di sfruttare ora la situazione per guadagnare consensi, venga un giorno punito severamente dagli elettori”.

Continuano intanto a salire i casi accertati di coronavirus tra Lombardia e Veneto, con due vittime.