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Come funziona la cassa integrazione per il caldo sopra i 35 gradi e chi può richiederla all'Inps

La Cassa integrazione guadagni ordinari (Cigo) può essere richiesta qualora le temperature dovessero superare i 35 gradi; le indicazioni dell'Inps

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il troppo caldo fa scattare la cassa integrazione, ma solo per determinate figure professionali occupate in determinate lavorazioni. Lo prevede un’indicazione dell’Inps emanata nel 2017.

La cassa integrazione 35 gradi Inps

Il testo di riferimento è il messaggio Inps numero 1856 del 3 maggio 2017. La Cigo (Cassa integrazione guadagni ordinaria) può essere invocata quando la temperatura supera i 35 gradi.

L’Inps specifica che la misura scatta sia nel caso in cui a superare i 35 gradi sia la temperatura effettiva, sia in caso di temperatura percepita. In entrambe le eventualità fanno fede i bollettini meteo.

Secondo quanto stabilito dall’Inps sono interessate dall’eventuale applicazione della Cigo quelle figure professionali impiegate in “fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore“.

Cassa integrazione temperature elevate: chi può richiederla

In un successivo messaggio (2999 del 28-07-2022) l’Inps fa un elenco, esemplificativo e non esaustivo, delle lavorazioni interessate dalla cassa integrazione in caso le temperature dovessero superare i 35 gradi:

  • lavori di stesura del manto stradale;
  • lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni;
  • lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione
  • tutte le fasi lavorative che avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o macchinari particolarmente sensibili al forte calore;
  • lavorazioni al chiuso allorché non possano beneficiare di sistemi di ventilazione o raffreddamento per circostanze imprevedibili e non imputabili al datore di lavoro.

Il messaggio Inps 1856 viene inserito in calce alla guida contro i rischi del caldo che l’Inail ha predisposto per lavoratori, datori di lavoro e soggetti preposti alla prevenzione.

Non si tratta di rischi generici: il caldo può davvero essere un killer.

A Jesi un anziano gruista è morto per un colpo di calore.

A Firenze un addetto alle pulizie di 61 anni è morto all’interno di un capannone.

A Lodi un operaio 44enne è morto stroncato dal caldo mentre lavora alla segnaletica stradale.

Cassa integrazione per caldo eccessivo: come richiederla

Non è il lavoratore, ma l’azienda a dover fare domanda per Cigo a causa del caldo eccessivo.

L’azienda deve produrre una domanda di Cigo, contestualmente a una relazione tecnica, nella quale vanno indicate le giornate di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa.

Va anche specificato il tipo di lavorazione in atto nelle giornate indicate.

L’azienda non deve produrre alcun documento che si riferisca a bollettini meteo: l’Inps riconosce la Cigo in tutti i casi in cui il responsabile della sicurezza dell’azienda disponga la sospensione dal lavoro per le attività che, potenzialmente, rappresentano un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Per approfondire si rimanda ai seguenti documenti:

Fonte foto: 123RF

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