Come funziona la cassa integrazione per il caldo sopra i 35 gradi e chi può richiederla all'Inps
La Cassa integrazione guadagni ordinari (Cigo) può essere richiesta qualora le temperature dovessero superare i 35 gradi; le indicazioni dell'Inps
Il troppo caldo fa scattare la cassa integrazione, ma solo per determinate figure professionali occupate in determinate lavorazioni. Lo prevede un’indicazione dell’Inps emanata nel 2017.
- La cassa integrazione 35 gradi Inps
- Cassa integrazione temperature elevate: chi può richiederla
- Cassa integrazione per caldo eccessivo: come richiederla
La cassa integrazione 35 gradi Inps
Il testo di riferimento è il messaggio Inps numero 1856 del 3 maggio 2017. La Cigo (Cassa integrazione guadagni ordinaria) può essere invocata quando la temperatura supera i 35 gradi.
L’Inps specifica che la misura scatta sia nel caso in cui a superare i 35 gradi sia la temperatura effettiva, sia in caso di temperatura percepita. In entrambe le eventualità fanno fede i bollettini meteo.
Secondo quanto stabilito dall’Inps sono interessate dall’eventuale applicazione della Cigo quelle figure professionali impiegate in “fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore“.
Cassa integrazione temperature elevate: chi può richiederla
In un successivo messaggio (2999 del 28-07-2022) l’Inps fa un elenco, esemplificativo e non esaustivo, delle lavorazioni interessate dalla cassa integrazione in caso le temperature dovessero superare i 35 gradi:
- lavori di stesura del manto stradale;
- lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni;
- lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione
- tutte le fasi lavorative che avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o macchinari particolarmente sensibili al forte calore;
- lavorazioni al chiuso allorché non possano beneficiare di sistemi di ventilazione o raffreddamento per circostanze imprevedibili e non imputabili al datore di lavoro.
Il messaggio Inps 1856 viene inserito in calce alla guida contro i rischi del caldo che l’Inail ha predisposto per lavoratori, datori di lavoro e soggetti preposti alla prevenzione.
Non si tratta di rischi generici: il caldo può davvero essere un killer.
A Jesi un anziano gruista è morto per un colpo di calore.
A Firenze un addetto alle pulizie di 61 anni è morto all’interno di un capannone.
A Lodi un operaio 44enne è morto stroncato dal caldo mentre lavora alla segnaletica stradale.
Cassa integrazione per caldo eccessivo: come richiederla
Non è il lavoratore, ma l’azienda a dover fare domanda per Cigo a causa del caldo eccessivo.
L’azienda deve produrre una domanda di Cigo, contestualmente a una relazione tecnica, nella quale vanno indicate le giornate di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa.
Va anche specificato il tipo di lavorazione in atto nelle giornate indicate.
L’azienda non deve produrre alcun documento che si riferisca a bollettini meteo: l’Inps riconosce la Cigo in tutti i casi in cui il responsabile della sicurezza dell’azienda disponga la sospensione dal lavoro per le attività che, potenzialmente, rappresentano un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Per approfondire si rimanda ai seguenti documenti:
- Inps – Messaggio n. 1856 del 3 maggio 2017
- Inps – Messaggio n. 2999 del 28 luglio 2022
- Inail – Linee guida per la gestione del rischio caldo