Colpo della Gdf a imprenditori ritenuti vicini al clan Scalisi, legato ai Laudani di Catania: maxi-sequestro
La Guardia di finanza ha avviato un'operazione di sequestro di beni per 98 milioni nei confronti di 2 imprenditori ritenuti contigui al clan Scalisi
La Guardia di finanza ha messo a segno un colpo nei confronti di due imprenditori ritenuti contigui al clan Scalisi di Adrano (comune nella provincia di Catania).
L’operazione della Guardia di finanza
Nella mattinata di venerdì 6 ottobre, i finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito, con il supporto dello Servizio Centrale Investigazioni sulla Criminalità Organizzata (SCICO) e l’ausilio dei Comandi Provinciali di Mantova, Milano, Monza, Roma e Verona, un provvedimento di sequestro patrimoniale in materia antimafia – emesso dal Tribunale etneo – relativo a un patrimonio pari a circa 98 milioni di euro riconducibile a due imprenditori, padre e figlio, ritenuti “socialmente pericolosi” in quanto contigui al clan Scalisi di Adrano, articolazione locale della famiglia mafiosa Laudani.
L’indagine di prevenzione da cui trae origine il citato provvedimento, si legge in una nota della Guardia di Finanza, si collega alle operazioni “Follow the money” e “Black Blend” condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania della Guardia di finanza.
Adrano è un comune della provincia di Catania, in Sicilia.
Cosa è stato scoperto
Nell’ambito dell’indagine “Follow the Money”, come spiegato nella nota, i citati imprenditori sono stati rinviati a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa poiché avrebbero sistematicamente favorito il clan
Scalisi fornendo, tramite l’alimentazione della cassa e il mantenimento del gruppo e dei suoi sodali, un contributo stabile e protratto nel tempo alla realizzazione delle finalità dell’organizzazione mafiosa, al consolidamento del potere economico e all’occultamento e all’incremento del patrimonio del sodalizio.
In cambio, avrebbero ricevuto protezione e agevolazione nell’espansione delle proprie attività imprenditoriali. I soggetti, inizialmente operanti nel settore della logistica e dei trasporti ad Adrano, avrebbero progressivamente esteso le loro illecite attività imprenditoriali in altre aree del territorio nazionale, diversificandole verso il settore della commercializzazione dei prodotti petroliferi. La diversificazione dell’attività sarebbe confermata dalle risultanze dell’operazione “Black Blend”.
Le investigazioni delle Fiamme Gialle etnee, si legge ancora nella nota, avrebbero disvelato l’operatività di un gruppo criminale, di cui i due soggetti in parola sarebbero stati i promotori e organizzatori, dedito all’illecita introduzione nel territorio dello Stato di ingenti quantitativi di prodotti energetici e alla successiva cessione dei carburanti in favore di imprese di autotrasporto e distributori stradali operanti nel territorio siciliano.
La competitività dei prezzi praticati sarebbe stata assicurata grazie alla sistematica evasione, per decine di milioni di euro, delle imposte dovute sui prodotti energetici.
I beni sequestrati
I beni sequestrati dalla Guardia di finanza, dal valore complessivo di circa 98 milioni di euro, fanno riferimento, nello specifico, a:
- quote sociali e relativi compendi aziendali di 28 attività commerciali (di cui 23 società con sede in Italia, 1
società di diritto estero e 4 ditte individuali), operanti nel settore della logistica e dei trasporti, della commercializzazione dei prodotti petroliferi e immobiliare;
• 70 beni immobili (di cui 36 fabbricati e 34 terreni);
• denaro contante per 1,7 mln di euro nonché gioielli e preziosi (9 rolex e 16 tra monili, anelli e bracciali) per un
valore di oltre 250.000 euro, rinvenuti nella disponibilità dei medesimi;
• rapporti bancari e finanziari, personali e societari, con disponibilità poste a disposizione dell’amministratore
giudiziario complessivamente pari a 16 milioni di euro.