Cicerale, il paese italiano senza Covid diventa un caso studio
Un paese di 1.600 abitanti nel Cilento diventa un caso studio per il basso numero di positivi al Covid
Cicerale è uno dei paesi italiani che meno di tutti ha avuto a che fare con il coronavirus. Il centro Cilentano di circa 1.600 abitanti tra Paestum e Agropoli è noto principalmente per la produzione di ceci. Un nuovo studio coordinato da Paolo Ascierto, direttore dal Dipartimento Melanoma, Immunologia, Oncologica Sperimentale e Terapie Innovative, avrà inizio questa settimana e si avvarrà di soggetti che hanno avuto il Covid e di 150 donatori sani resisi disponibili alla sperimentazione.
Lo studio: perché Cicerale è Covid-free
La ricerca sul perché in paese non ci si ammala di Covid vuole indagare “eventuali suscettibilità genetiche alla base della risposta iper-infiammatoria indotta dal virus”. Verrà inoltre effettuato il sequenziamento dei geni correlati con l’attivazione immunitaria, sul recettore ACE2, sui geni coinvolti nella produzione di autoanticorpi e fattori genetici di rischio pro-trombotico. Ne dà notizia il Corriere della Sera.
Allo studio parteciperanno anche 150 donatori sani che saranno richiamati da vari comuni della Campania disponibili a collaborare: Battipaglia,Castellabate, Puglianello, Sarno, Bellizzi, Aquara, Torrecuso, San Cipriano Picentino e appunto Cicerale.
Il commento del sindaco di Cicerale
Secondo il sindaco di Cicerale, Gerardo Antelmo, Cicerale è Covid free perché i cittadini “sono stati bravi, hanno rispettato sempre tutte le regole. Qui durante il lockdown davvero nessuno usciva da casa. Diciamoci la verità – ha poi ammesso il primo cittadino – ho avuto anche una buona dose di fortuna”.
Quando, a metà aprile, il Covid ha fatto la sua comparsa in paese, con sei positivi, il sindaco ha deciso misure dure. Per dieci giorni ha chiuso piazze e parchi pubblici e ha previsto una multa da mille euro per i trasgressori. “Fortunatamente si trattò di casi isolati, non si creò alcun focolare. Il contagio fu generato da persone che avevano portato il virus da fuori“.